L'Unesco, questo venerdì, ha deciso di definire la città vecchia di Hebron ed il sito dove sorge la Tomba dei Patriarchi, sempre ad Hebron, come patrimonio culturale palestinese.

La Tomba dei Patriarchi, situata in Cisgiordania, è caratterizzata da un complesso architettonico costruito su una serie di grotte sotterranee. Sia per i palestinesi che per gli israeliani, inutile dirlo, è considerato un luogo sacro. I musulmani lo venerano come moschea o santuario di Abramo. Gli ebrei, invece, lo ritengono il sepolcro di Abramo, Isacco e Giacobbe.

La decisione dell'Unesco è relativa ad una risoluzione, proposta dai palestinesi, contenente due clausole principali. La prima gstabilisce che la città vecchia di Hebron e la Tomba dei Patriarchi siano considerati siti del patrimonio culturale palestinese e come tali siano registrati nell'elenco Unesco dei beni Patrimonio dell'Umanità.

La seconda sancisce che i due siti siano riconosciuti come "a rischio", in modo che ogni anno il Comitato che tutela i beni Patrimonio Mondiale dell'Unesco dovrà riunirsi per discutere il loro caso.

In merito alla risoluzione, presentata qualche tempo fa, gli israeiani, con l'appoggio statunitense, avevavo svolto una pressione diplomatica sui votanti in modo da non farla passare, ma inutilmente.

Tra gli Stati che compongono il Comitato del Patrimonio Mondiale, dodici hanno votato a favore della risoluzione e tre hanno votato contro, consentendo così di raggiungere la soglia di due terzi necessaria all'approvazione.

La decisione è stata accolta dagli israeliani con notevole disappunto e la minaccia di non voler rinnovare più alcuna collaborazione con l'Unesco, accusata di negare la storia e di essere asservita agli interessi di coloro che vogliono cancellare Israele dalle mappe.

Questa è la seconda decisione che l'Unesco prende non condivisa da Israele. La prima, di un anno fa, riguardava il riconoscimento della Spianata delle moschee con il solo termine arabo.