Il Comune di Firenze ha depositato il ricorso al TAR del Lazio contro il decreto del Governo che non ha concesso i 55 milioni di euro, inizialmente approvati nel Pnrr, a corredo dei lavori di riammodernamento dello stadio Artemio  Franchi.

Il progetto iniziale prevedeva una spesa (rivalutata a seguito degli aumenti dovuti alla guerra in Ucraina) di 200 milioni per tutti i lavori relativi al nuovo stadio, di cui 55 milioni erano derivanti dal PNRR. Ma con lo stop della Commissione Europea della terza tranche e le modifiche richieste al Governo, quei 55 milioni non sono più disponibili.

Queste le questioni di merito su cui il comune di Firenze ha chiamato ad esprimersi il TAR:

I fondi sono stati assegnati alle città metropolitane con legge e non sulla base dei progetti presentati; come è possibile togliere le risorse assegnate?La proposta di intervento per lo stadio di Firenze è stata dichiarata ammissibile dal ministero che non ha posto alcun rilievo.Sono state rigettate le condizioni per la revoca del finanziamento?Il finanziamento è stato confermato in molteplici atti.La recente rinnovata attestazione di ammissibilità e finanziamento del ministero dell'Interno. A fine marzo 2023 il Direttore Centrale del Ministero dell'Interno scriveva una nota all'unità di missione PNRR, inviata anche al comune di Firenze, per evidenziare che l'intervento di riqualificazione dello stadio di Firenze non presentava criticità rispetto alle condizioni del finanziamento.Nessuna richiesta formale di chiarimenti inviata dalla Commissione europea trasmessa al comune di Firenze, così come nessuna richiesta formale è stata avanzata dal ministero al comune di Firenze.Ingenti le spese sostenute per un intervento in fase di aggiudicazione. Le spese già sostenute per l'intero progetto di riqualificazione – quindi considerando anche la quota progetto finanziata dal Ministero della Cultura (PNC) – assommano oggi a circa 10 milioni di euro (ovviamente non integralmente imputabili ai fondi PUI). La gara per appalto integrato in procedura ristretta è stata pubblicata a dicembre 22 e dopo aver espletato la prima fase della procedura di ammissibilità delle imprese è prevista la consegna delle offerte per il giorno 13 Giugno prossimo, coerentemente con le tempistiche richieste dal PUI di affidamento entro luglio. Come è possibile fermare il procedimento? Chi paga per le spese già sostenute? A chi sarà imputato l'eventuale danno erariale?Mancata applicazione del comma 4 ter dell'art 14 del dl 13/23 trasformato in legge.Mancate motivazioni nel decreto di definanziamento. Nella Gazzetta ufficiale n. 103 del 4 maggio 2023 veniva pubblicato il comunicato con cui si rinviava al sito internet del Ministero dell'Interno, senza aver effettuato alcuna notifica o comunicazione al Comune di Firenze, dove veniva pubblicato il decreto di definanziamento (peraltro scrivendo che la pubblicazione del comunicato era nella Gazzetta del 5 maggio, anziché del 4 maggio). Il decreto non è motivato: si procede al definanziamento richiamando solo le “osservazioni pervenute” dalla Commissione Europea (quali osservazioni? come sono state notificate al governo? quando sono state notificate?) relativamente all'ammissibilità del progetto e, in particolare, alla sua conformità con le finalità di cui all'art. 21 DL 152/2021, conformità che è stata invece plurime volte verificata e attestata dal Ministero dell'Interno stesso fino a poche settimane or sono. Al fine di poter meglio comprendere le osservazioni il Comune di Firenze ha avanzato richiesta di accesso agli atti sia al Governo sia alla Commissione Europea. Lo Stato ha respinto la richiesta di accesso agli atti del Comune.In conclusione, è evidente che il definanziamento disposto dal Ministero, intervenuto in una fase già avanzata dei procedimenti attivati per la realizzazione dell'intervento di riqualificazione, ha prodotto, fra gli altri, un effetto pregiudizievole in ordine all'esito della procedura di affidamento dei lavori, obbligando l'ente a attivarsi per predisporre un'ulteriore procedura di gara.

Adesso non resta che attendere il TAR che si esprimerà sull'ammissibilità del ricorso e sull'evenutale iter.