È in scena al Teatro Quirino in Roma, fino al 20 febbraio, Servo di scena (The Dresser) pièce di Ronald Harwood, nato Horwitz (Città del Capo, 9 novembre 1934 – Sussex, 8 settembre 2020). Scritta nel 1979 l’opera fu rappresentata per la prima volta a Manchester nel marzo 1980. Quinto lavoro teatrale dell'autore inglese, fu il suo primo grande successo. L’opera si colloca nella grande tradizione teatrale inglese del Novecento e fu subito messa in scena nei principali Paesi europei e a New York. Nel 1983 lo stesso autore la sceneggiò per una versione cinematografica firmata da Peter Yates. Dopo il corso all'Accademia Reale d'Arte Drammatica, Ronald Harwood entrò nella compagnia shakespeariana di Sir Donald Wolfit, uno dei più grandi attori britannici del Novecento, e uno degli ultimi capo-comici. Ben presto, però, Harwood anziché in scena cominciò a lavorare dietro le quinte, diventando Dresser, una sorta d'assistente personale, di Wolfit. Tale esperienza, durata dal 1953 al 1959, gli fornirà lo spunto per scrivere, vent'anni dopo, il suo capolavoro fra la trentina di libri e testi teatrali che firmò a partire dal 1960.
La pièce è ambientata in Inghilterra nel 1940: in un teatro della provincia inglese, una compagnia di giro composta da vecchi attori si prodiga a tenere alto il morale degli inglesi con il repertorio di Shakespeare, recitando persino sotto gli allarmi aerei. La compagnia sta per rappresentare un testo del proprio repertorio shakesperiano, ma l'anziano capocomico, Sir, è in preda a una crisi di nervi e non fa altro che piangere. Milady, la prim'attrice nonché sua moglie, Madge, la direttrice di scena, e tutti i colleghi sono in grande apprensione, anche perché il teatro è pieno: ma Norman, il suo assistente, the Dresser, è convinto di risolvere anche questa situazione. Segretario, consigliere, suggeritore, amico, difende Sir dall’invadenza altrui, oltre che spronarlo quando si avvilisce e Maurizio Micheli al Teatro Quirino, adattissimo alla parte, è davvero eccezionale, mentre Geppy Gleijeses nella parte dell’anziano capocomico fa da mattatore sulla scena. Bravissima Lucia Poli, nella parte di Milady, la prim’attrice nonché moglie del capocomico.
È, in definitiva, il racconto intriso di malinconia della giornata “finale” di un attore, un grande interprete di “Re Lear” sulla scena, ma nella vita avvilito seduttore invecchiato. L’azione che si svolge mentre le bombe tedesche stanno martorizzando le città inglesi nel ’42 si presenta anche come un grande inno all’amore per il teatro, all’illusione che la civiltà possa sconfiggere la barbarie che incombe tutto intorno.
La regia dello spettacolo è di Guglielmo Ferro, che già diresse questa pièce in un’edizione che vide il grande Turi Ferro nel ruolo del Sir.