In queste ore, Stati Uniti e Cina, con John Kerry e Xie Zhenhua, stanno cercando di riannodare le fila dei colloqui relativi al cambiamento climatico. Non una notizia irrilevante, visto che i due Paesi sono i principali responsabili delle emissioni di anidride carbonica e visto che l'obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro +1,5 gradi nei prossimi anni sembra oramai irraggiungibile.
E così in una sperduta città nell'arido nord-ovest della Cina, Sanbao, alle 19:00 di ieri, si è registrata una temperatura di 52,2 gradi Celsius (126 gradi Fahrenheit), la più alta di sempre registrata nel Paese.
Le temperature elevate che da giorni si registrano in Cina, non solo stanno minacciando le reti elettriche e i raccolti, ma sollevano forti preoccupazioni per il ripetersi della siccità dello scorso anno, la più grave degli ultimi 60 anni.
Intanto in Italia, a causa dell'anticiclone a cui è stato dato il solito nome Caronte, si attendono temperature fin oltre i 40° per tutta la settimana, con punte che in Sardegna potrebbero toccare livelli record, fin oltre i 48°, secondo le previsioni del servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare Italiana.
Ma c'è chi sta peggio.
Nella Death Valley, in California, domenica dei turisti si sono riuniti a Furnace Creek in attesa di poter assistere alla registrazione del nuovo record di temperatura più calda mai registrato sulla terra: 134° Farenheit (56,7° C) del 1913, secondo quanto riporta l'Organizzazione meteorologica mondiale.
Ma il record non è stato battuto. Il dato su un display digitale non ha superato il valore di 133° Farenheit, dopo aver fatto registrare 132°, mentre i ranger del Parco Nazionale, oltre a far da cornice al display, erano anche pronti ad intervenire nel caso qualcuno fosse collassato a causa del calore.
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