Luigi Di Maio: «Aspettavamo questa legge dai tempi di Mani pulite. Niente sarà più come prima. Finora gli onesti erano stati trattati da fessi, ma adesso cambia tutto.»
Alfonso Bonafede: «Questa è una legge molto importante, il mio primo pensiero va ai giovani italiani e al loro futuro. E’ una giornata storica, la dedichiamo agli italiani che si spaccano la schiena lavorando onestamente.»
Queste le dichiarazioni rilasciate dopo l'approvazione definitiva, avvenuta lo scorso dicembre alla Camera pochi giorni prima di Natale, del disegno di legge anticorruzione, ribattezzato dai 5 Stelle "spazzacorrotti".
All'Art. 12 dello spazzacorrotti è dichiarato che al codice penale sono apportate alcune modifiche. Tra queste anche quella relativa all'articolo 316-ter, primo comma, che è stato cambiato in questi termini: le parole «da sei mesi a tre anni» sono sostituite dalle seguenti: «da uno a quattro anni».
Una pena maggiore? Sì. Allora serve a punir meglio i corrotti? Non tanto, perché la modifica finisce per riguardare i pubblici ufficiali, come ad esempio i consiglieri regionali, le cui responsabilità adesso rientrano nel 316 ter. Ma se è un aumento di pena, vuol dire che per i consiglieri regionali che si comportano male, vi è una maggiore responsabilità in relazione ad eventuali atti illeciti.
In apparenza così potrebbe sembrare, ma in realtà l'aumento di pena è adesso applicato "se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio con abuso della sua qualità o dei suoi poteri", mentre in precedenza riguardava "chiunque mediante l’utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l’omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente, per sé o per altri, contributi, finanziamenti…"
Ma perché i deputati leghisti Roberto Turri, Luca Paolini, Gianluca Cantalamessa, Fabio Massimo Boniardi, Manfredi Potenti, Anna Rita Tateo, Ingrid Bisa, Riccardo Marchetti e Flavio Di Muro, insieme al collega e avvocato penalista Gian Luca Vinci hanno presentato un emendamento per apportare questa modifica allo "spazzacorrotti"?
Perché in tal modo, per i politici "che sbagliano" si prospetta in alcuni casi come reato "solo" un utilizzo illecito di soldi pubblici, una "indebita percezione di erogazioni da parte dello Stato", colpa ritenuta meno grave rispetto al peculato e che ha tempi di prescrizione diversi e più brevi.
A che cosa porterà tutto questo? Alla prescrizione di molti processi in cui sono imputati consiglieri regionali che nelle passate legislature si sono dati alle spese pazze. Infatti, poiché il codice penale italiano prevede che il subentro di nuove leggi faccia sì che venga applicata «quella le cui disposizioni sono più favorevoli al reo», adesso per gli avvocati che seguono i processi dei consiglieri regionali sarà possibile sollevare il problema per far "assolvere" senza pagar dazio i loro clienti.
Ma perché la Lega era tanto interessata ad ottenere tutto ciò? Perché a beneficiarne, come ricorda Repubblica, sarebbero il viceministro alle infrastrutture Edoardo Rixi, imputato a Genova insieme al senatore leghista Francesco Bruzzone e Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, già condannato in appello...
Ma a trarne vantaggio sarebbero comunque 150 (!) politici coinvolti a vario titolo in inchieste e processi sulle spese pazze... e, ovviamente, non solo appartenenti alla Lega.