Netanyahu, il sanguinario, ha parlato all'ONU per minacciare chiunque pretenda di contrastare i crimini dello Stato ebraico
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non appena è salito sul podio per rivolgersi alle delegazioni della 79ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, molte di quelle presenti hanno abbandonato la sala, mentre dalla galleria la claque dei suoi supporter lo applaudiva.
Dopo aver messo in atto un genocidio - a Gaza, in Cisgiordania e in Libano provocando più di 150mila vittime - il premier israeliano ha iniziato il suo discorso affermando che il suo Paese deve difendersi "da questi selvaggi assassini".
"I nostri nemici non cercano solo di distruggerci, cercano di distruggere la nostra civiltà comune e di riportarci tutti a un'epoca oscura di tirannia e terrore".
Il nemico principale indicato è l'Iran, che ha minacciato durante il suo intervento:
"Per troppo tempo, il mondo ha placato l'Iran. Tale pacificazione deve finire e tale pacificazione deve finire ora. Ho un messaggio per i tiranni di Teheran. Se ci colpite, noi colpiremo voi. Non c'è posto in Iran che il lungo braccio di Israele non possa raggiungere, e questo vale per tutto il Medio Oriente".
Essendo un criminale, Netanyahu ha dimenticato tutti gli assassinii di cui Israele si è reso responsabile in Iran, violandone la sovranità nazionale, l'ultimo dei quali quello di Ismail Haniyeh. Ma l'arroganza di un delinquente a capo di uno Stato abituato da decenni a non dover render conto delle atrocità commesse non ha limiti.
Netanyahu ha poi dichiarato che "Hamas deve andarsene" e che non avrà alcun ruolo nella ricostruzione di Gaza, promettendo di combattere fino alla "vittoria totale":
"Se Hamas resta al potere, si riorganizzerà... e attaccherà Israele ancora e ancora e ancora... Quindi Hamas deve andarsene", ha detto.
Successivamente ha detto che la sua nazione "continuerà a colpire Hezbollah" finché non avrà raggiunto i suoi obiettivi lungo il confine con il Libano. In mattinata il suo ufficio aveva dichiarato di prendere in considerazione la proposta di una tregua di tre settimane avanzata da Francia e Stati Uniti!
"Israele - ha proseguito - ha tutto il diritto di rimuovere questa minaccia e di riportare i nostri cittadini a casa loro in sicurezza. Ed è esattamente ciò che stiamo facendo... continueremo a colpire Hezbollah finché tutti i nostri obiettivi non saranno raggiunti.Immaginate se i terroristi trasformassero El Paso e San Diego in città fantasma... Per quanto tempo il governo americano tollererebbe una cosa del genere?", ha detto, agitando il pugno con enfasi. "Eppure Israele tollera questa situazione intollerabile da quasi un anno. Bene, sono venuto qui oggi per dire: basta così".
Detto da uno che ha raso al suolo Gaza e che ha iniziato a fare altrettanto in Cisgiordania e in Libano, l'affermazione, oltre che surreale, è grottesca.
A supportare la sua dichiarazione, Netanyahu ha fatto ricorso alla solita baggianata cui ricorrono gli ebrei per supportare i loro crimini: l'antisemitismo.
"Vi dico, finché Israele, finché lo Stato ebraico, non sarà trattato come le altre nazioni, finché questa palude antisemita non sarà prosciugata, l'ONU sarà vista dalle persone imparziali ovunque come niente più che una farsa sprezzante".
Evidentemente, il premier israeliano ha così tanti argomenti a supporto delle atrocità commesse, che ha pensato fosse necessario anche doversi rendere ridicolo. Ma è il terrore il motore principale che ha ispirato tale affermazione: quello che la CPI emetta i mandati di arresto nei suoi confronti e nei confronti del suo ministro della Difesa, Yoav Gallant.
E per tale motivo, anche la Corte Penale Internazionale è pertanto animata dall'antisemitismo... perché secondo Netanyahu e secondo molti ebrei non israeliani, tutti gli ebrei devono essere autorizzati a violare il diritto internazionale umanitario a supporto dello Stato ebraico, più precisamente a supporto delle sue ruberie, delle sue prevaricazioni, dei suoi assassinii.
E adesso è anche l'ora di finirla!