Nel botta risposta che da un mese va in scena tra Madrid e Barcellona, alla dichiarazione di indipendenza con la conseguente proclamazione della Repubblica di Catalogna, il re Filippo VI ed il premier Mariano Rajoy hanno risposto ponendo la loro firma al "regio" decreto che elenca le prime misure che il governo spagnolo mette in atto per ristabilire - a suo dire - la legalità in Catalogna.

Per la cronaca, il decreto è il numero 944/2017 del 27 ottobre ed è relativo alla designazione degli organismi e delle autorità incaricate di attuare le misure per il Governo e l'Amministrazione della Catalogna, approvate dal Senato il 27 Ottobre 2017 e richieste dal governo ai sensi dell'articolo 155 della Costituzione.

Che cosa dice il decreto? Semplicemente che il Governo della Catalogna avrà come premier Mariano Rajoy, come vice Soraya Sáenz de Santamaría e come membri i ministri dei rispettivi ministeri di Madrid che, tra l'altro, saranno a capo anche dei ministeri catalani. In pratica, il governo spagnolo, con i suoi ministri e i suoi ministeri, sarà contemporaneamente anche il governo della Catalogna.
Al "regio" decreto sono allegate anche le competenze di cui i vari ministeri dovranno farsi carico.

Ultimo aspetto da riportare è il tempo di durata di queste misure. Nel decreteo non è indicato: "El presente real decreto mantendrá su vigencia en tanto continúe en vigor el Acuerdo del Pleno del Senado de 27 de octubre de 2017, por la que se acuerda la aplicación de determinadas medidas en relación con la Generalitat de Cataluña en virtud del artículo 155 de la Constitución."
Un aspetto di non poco conto, considerando che, in teoria, anche dopo il risultato elettorale del 21 dicembre Madrid potrebbe continuare a mantenere in vigore quanto stabilito nel decreto, instaurando di fatto una sorta di dittatura.

Quest'ultima considerazione torna utile per introdurre il capitolo "che cosa accadrà adesso". Infatti, i due protagonisti del botta e risposta attuale, Rajoy e Puigdemont, sembrano agire senza farsi domande e darsi risposte sulle conseguenze a lungo termine delle loro decisioni.

In questo momento, la situazione oscilla tra tragedia e farsa. Se la Catalogna che si è proclamata Repubblica non risponderà in alcun modo alle misure di Madrid, la Repubblica catalana rischia di esser considerata solo un pagliacciata. Invece, se Barcellona dovesse difendere con le unghie e con i denti la sua autonomia, come di solito dovrebbe avvenire in casi simili, a questo punto si dovrebbe arrivare a menar le mani, con conseguente tragedia che ha un nome e si chiama guerra civile.

Inutile fare previsioni o mettere in campo ipotesi di vario genere... è necessario attendere, come accaduto finora, la risposta che Rajoy e Puigdemont sceglieranno di darsi di volta in volta, aumentando le probabilità - se le cose continueranno ad andare come sono andate finora - che entrambi finiscano per aggrovigliarsi sempre di più in una matassa inestricabile le cui conseguenze potranno solo essere drammatiche.

Per chiudere, comunque, una previsione logica in risposta alle misure dell'articolo 155 è possibile farla. Ammessa la passività di Puigdemont e soci alle decisioni di Madrid, l'attuazione dei provvedimenti del nuovo Governo dovrà passare dalle amministrazioni locali fino alla popolazione catalana. Nel caso in cui amministrazioni e popolazione inizieranno a disobbedire ai provvedimenti imposti da Madrid, che cosa farà in quel caso Rajoy? Metterà in prigione milioni di persone?