2 agosto 2020. Sono passati 40 anni dal 2 agosto del 1980, 40 anni dalla Strage di Bologna, una pagina buia della nostra storia che non dimenticheremo mai e per la quale non smetteremo mai di chiedere verità e giustizia (Nicola Zingaretti, PD).

Verità e giustizia per gli ottantacinque morti e gli oltre duecento feriti, per i loro parenti, i loro amici. Come ha detto il capo dello Stato, Sergio Mattarella, l'appuntamento del 2 agosto è il dovere della memoria che ci ricorda  "l’esigenza di piena verità e giustizia e la necessità di una instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia".

I risultati dell'indagine sui mandanti della strage confermano che fu pensata dai vertici della P2, eseguita dalla manovalanza dei Nar, protetti da uomini della P2, inseriti nei punti nevralgici dei servizi segreti italiani. 

Come ha ricordato anche quest'oggi dal palco di Piazza Maggiore Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione delle vittime della Strage di Bologna, "si voleva colpire Bologna la rossa, ma nel loro progetto criminale di potere, esecutori e burattinai fecero un solo errore: non tenere conto della reazione dei cittadini di Bologna".

Una verità, quella di Bologna, scritta solo giudizialmente, i cui contorni sono oramai certi, ma che ancora deve essere messa a fuoco realmente, a partire dagli esecutori materiali. Anche oggi, dall'Espresso, è stato pubblicato un articolo che fa luce su un (nuovo) aspetto della vicenda.

In ogni caso, come detto, l'attentato di Bologna segna il culmine del periodo della strategia della tensione iniziato nel 1969, con la strage di piazza Fontana. Una strategia che ha una matrice politica ben definita e certa, riconducibile alla destra italiana e a quei movimenti extra parlamentari guidati da membri usciti dal Movimento Sociale di Giorgio Almirante, ma che con esso hanno continuato a mantenere relazioni nel corso degli anni.

La strage di Bologna è una strage fascista realizzata con l'appoggio di apparati deviati dello Stato. Ed è per la sua matrice di destra che anche la destra attuale, nonostante siano trascorsi 40 anni, di quella strage fa finta di ignorare l'esistenza. 

Non ne parla Silvio Berlusconi e non ne parla Matteo Salvini, che sulla sua pagina social preferisce mostrarsi con il solito bicchiere in mano, perso tra gli insulti contro migranti e Governo.

Al contrario, chi ha le sue radici nel Movimento Sociale Italiano, di quella strage oggi ne ha parlato.

"Oggi sono 40 anni dalla terribile strage di Bologna del 2 agosto 1980. 40 anni senza Giustizia. In un giorno così significativo rivolgo un appello al Presidente Conte: desecreti gli atti relativi a quel tragico periodo storico. Lo dobbiamo alla verità e alle famiglie delle vittime".

Questo il messaggio social di Giorgia Meloni che dell'anniversario del 2 agosto non si è dimenticata. Se poi il suo intento sia quello di voler dimostrare che quell'attentato non sia stato un attentato di matrice fascista, nella sua dichiarazione la leader di FdI non lo ha detto... o non ha avuto il coraggio di dirlo.

Pertanto, seppure il sospetto rimanga... e forte, non possiamo non apprezzare che, perlomeno, di quella strage qualcuno della destra si sia ricordato, anche se l'intento potrebbe andare al di là della commemorazione. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che Giorgia Meloni sta studiando da premier perché, nonostante selfie e drink, Salvini è oramai una storia che appartiene al passato, anche se lui non è abbastanza sveglio da averlo capito, mentre i suoi ex sponsor non glielo hanno ancora comunicato ufficialmente.