A Montecchio Maggiore, insieme al vicepremier Matteo Salvini e al segretario della Lega veneta Alberto Stefani, il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha "celebrato" il via libera alla legge sull'autonomia differenziata, quella che ha definito

"una conquista storica, resa possibile grazie ai 2 milioni e 273 mila veneti che, a prescindere dall’appartenenza politica, sono andati a votare per l’autonomia il 22 ottobre 2017: un esercito composto e compatto, che giorno dopo giorno ci ha dato forza per portare avanti la riforma. GRAZIE A TUTTI! Grazie a chi ci ha creduto, a chi ha lavorato sodo per ottenerlo e a chi ha mantenuto la parola".

Zaia, tra l'altro, ha detto di voler richiedere per il Veneto, fin da subito, il trasferimento delle competenze per le nove materie per le quali non sono previsti i Lep: rapporti internazionali e con l’Unione europea; commercio con l’estero; professioni; protezione civile; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; organizzazione della giustizia di pace.

La legge non è ancora stata firmata dal presidente della Repubblica e pertanto non è ancora applicabile. Però, una volta che sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, non è detto che i desiderata di Zaia si possano concretizzare all'istante.

Infatti, anche per le competenze per le quali non sono previsti i Lep (la cui applicazione appare al momento fantascientifica), rimane il via libera dell'esecutivo.

Da parte di esponenti di spicco di Forza Italia (e probabilmente con il plauso silente di Fratelli d'Italia), par di capire, che non ci sia la volontà di voler applicare la norma "a pezzi" senza che le competenze relative ai livelli essenziali di prestazione non siano state discusse e finanziate, guardando anche alle mosse dell'opposizione che - per opporsi all'autonomia differenziata - sta valutando due strade: quella del ricorso alla Consulta e quella del ricorso al referendum, per cui sta pianificando la raccolta firme.

Il forzista Mulè, secondo le sue dichiarazioni riportate dai media, fa intendere che non ci può essere automatismo sulle competenze che non prevedono i Lep e che l'ultima parola, in base all'articolo 2, spetta pertanto al Governo, aggiungendo che la riforma non può prendere il via prima che tutte le sue parti non siano state definite.

Se così venisse deciso, come reagirà la Lega?