La non fascista Giorgia Meloni, fondatrice e presidente di FdI, il 25 aprile, festa nazionale in cui l'Italia celebra la liberazione dal nazifascismo, con la fine dell'occupazione nazista e la caduta del regime fascista, ha dichiarato che 

"la libertà non è un ricordo, è una battaglia quotidiana. Difendere la libertà significa battersi, oggi, affinché nessuno venga tenuto ai margini della società per delle restrizioni illogiche. Significa difendere, oggi, la sovranità delle nazioni e dei popoli. Viva la libertà, ora".

C'è un'anima pia che, mossa a compassione, possa ricordare alla "signora" Meloni che l'attuale libertà si deve al sacrificio di oltre 40mila italiani, donne e uomini, caduti durante la Resistenza?

Sono gli italiani che si opposero e combatterono fascismo e nazismo, ideologie figlie del nazionalismo, che la Meloni definisce sovranismo, che è stato tra le cause della seconda guerra mondiale. 

L'attuale libertà di cui gode la signora Meloni, ora, è dovuta alla Liberazione donata da chi, nel passato, ha sacrificato persino la vita. Sacrificio da cui è nata una Costituzione che garantisce alla Meloni di diffondere liberamente quasi tutte le castronerie che desidera, senza che nessuno glielo impedisca.

Quello che però la "signora" Meloni dovrebbe ricordare è che, per fortuna, esistono ancora italiani che sanno distinguere tra fascismo e antifascismo e che sanno benissimo che per essere antifascisti non basta dire di non essere fascisti, ma che è necessario dimostrarlo nei fatti... perché domani non vorremmo esser di nuovo costretti a dover difendere il ricordo della liberazione combattendo nuovamente una battaglia per la libertà.