Il sindaco leghista di Ventimiglia, Flavio Di Muro, all'inizio della settimana ha pubblicato un video social per annunciare di aver affidato a una

"società di comprovata capacità il servizio di vigilanza all'interno del cimitero, per impedire che lo stesso venga utilizzato per attività non idonee".

L'annuncio è stato introdotto così: Da oggi attive le guardie armate al cimitero!

Secondo quanto spiegato puntigliosamente da Di Muro, ribadendo il concetto più volte, il cimitero comunale di Ventimiglia è un luogo sacro dove la gente va solo per pregare.

Pertanto, oltre che ai non credenti, le guardie armate all'ingresso del cimitero a chi non dovrebbero consentire l'accesso? Ai migranti. 

Ma che cosa facevano questi migranti? Lo spiega lo stesso Di Muro:

"Finalmente il cimitero torna ad essere un luogo di preghiera [tanto per ribadire il concetto, ndr]. Nella giornata di ieri la vigilanza armata è intervenuta nei confronti di sparuti gruppi di migranti che hanno tentato di usufruire dei servizi igienici in modo improprio. Per questa Amministrazione il mantenimento dell'ordine pubblico all'interno di un luogo sacro [tanto per ribadire il concetto, ndr] e di riposo [stanno dormendo? ndr] dei nostri cari viene prima di qualsiasi cosa".

In pratica, usavano i bagni del cimitero "anche" per lavarsi... inaudito!

Il leghista Di Muro, però, non ha avuto modo di spiegare come le guardie armate di comprovata capacità siano in grado di distinguere chi abbia o meno i requisiti per entrare al cimitero e chi, invece, debba essere respinto. Si deve esibire un documento, un qualche tipo di certificato rilasciato dal comune, oppure sarà sufficiente essere di "razza bianca" per evitare che le due guardie armate sparino? Non è chiaro.

La notizia è stata ripresa da Repubblica e non appena la scrittrice Michela Murgia l'ha letta ha dato del fascista al sindaco leghista di Ventimiglia, ritenendolo addirittura in grado di aver avuto la capacità di prendere autonomamente tale decisione per una motivazione ideologica... ottimista! Quasi sicuramente, il povero Di Muro è una marionetta di cui tirano i fili Rixi e Salvini e di cui ha eseguito gli ordini.

Ma Di Muro non ci sta a farsi dare del fascista, oltre che del leghista [nel caso esista differenza, ndr], e per questo ha risposto così alla Murgia:

"Cara Michela Murgia, la invito a Ventimiglia. Venga a vedere coi suoi occhi quello che succede. Venga a toccare con mano, a sentire col suo naso e le sue orecchie quello che i miei cittadini sono costretti a vivere ogni giorno. E glielo dico nel pieno rispetto di quello che lei ogni giorno affronta privatamente. I ventimigliesi sono accoglienti, sono persone di cuore. Lo hanno dimostrato in tanti anni di emergenza. Ora sono esasperati dal comportamento maleducato e irrispettoso di chi profana anche luoghi sacri [ancora! ndr] e - soprattutto - da chi pontifica senza aver mai vissuto situazioni del genere.A tutti noi piacerebbe vivere nella nobile campagna del Chianti o in una via riservata dei Parioli. Chi vive la nostra realtà ogni giorno merita rispetto e attenzione. Lo stesso che le auguro per superare le difficoltà che sta affrontando. Venga a trovarci, Michela, potrebbe scoprire che la realtà è ben diversa dalla finzione narrativa che - spesso per scarsa conoscenza - qualcuno scrive e descrive. Ventimiglia la aspetta".

Il sindaco leghista, in pratica, sta descrivendo la situazione dei migranti che accampati ai margini del suo Comune cercano di andare in Francia per ricongiungersi ai propri parenti o proseguire il viaggio verso le coste britanniche o altri Paesi nel nord Europa. Una situazione che va avanti da anni. Una situazione di degrado creata anche dalle politiche assurde nei confronti dei migranti pretese dai leghisti nel corso degli anni e ribadite adesso dal governo più estremista della storia della Repubblica.

C'è quindi da meravigliarsi della decisione di un Di Muro qualunque? Certo che no, poverino... fa quel che gli dicono di fare o, tutt'al più, quel che pensa sia gradito ai suoi capi che, tra l'altro, di sacro se ne intendono, come dimostra l'ascetico Salvini che in passato, tra un vino e un Martini, sventolava vangeli e rosari come neanche aveva fatto in tutta la vita con la bandiera del Milan. Adesso, invece, si limita a promuovere

"volontari e associazioni che ogni giorno, in tutta Italia, dedicano la loro vita per proteggere e curare cani, gatti e tutti quegli animali in cerca di una casa"...

anche nel caso fossero migranti, distinguendo pertanto tra quelli che camminano su quattro zampe [i più fortunati, ndr] e quelli che camminano su due gambe, destinati ad essere oggetto di qualsiasi... dispetto.

Forse tutto questo servirà a promuovere il nuovo slogan elettorale della Lega: Prima gli animali!