È morta nella culla, appena nata, la Super League, dopo che nella serata di martedì tutte e sei le squadre della Premier League coinvolte nel progetto si sono ritirate o hanno annunciato di volerlo fare nelle prossime ore. Anche l'Atletico Madrid e il Barcellona (per l'adesione del quale dovranno - o avrebbero dovuto - esprimersi i soci) non saranno della partita. 

Informalmente, con dichiarazioni rilasciate alle agenzie, anche le italiane si sfilano dal progetto... e tutto ciò nonostante Florentino Perez, presidente del Real Madrid, avesse dichiarato che il progetto era irreversibile. 

Il Manchester City, dopo le parole critiche di Guardiola, è stato il primo club a ritirarsi, anticipando il Chelsea che già aveva espresso l'intenzione di farlo. Successivamente, anche le altre quattro squadre della Premier - Arsenal, Liverpool, Manchester United e Tottenham - hanno seguito l'esempio. 

Alcuni dei loro allenatori, così come alcuni giocatori si erano detti contrari al progetto. Ma a far cambiare idea ai presidenti dei club inglesi, prima delle minacce dei vertici della politica e delle istituzioni calcistiche, sono stati i tifosi, che hanno manifestato tutta la loro indignazione per quanto stava accadendo.

Il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, ha accolto con favore il ribaltone, rilasciando la seguente dichiarazione: "Adesso sono tornati all'ovile e so che quelle squadre hanno molto da offrire non solo alle nostre competizioni, ma a tutto il calcio europeo. La cosa importante adesso è che andiamo avanti insieme".

Vista la forma e i contenuti con cui è stato presentato il progetto Super League c'è da chiedersi come sia possibile considerare manager avveduti e capaci le persone che attualmente occupano i vertici societari dei principali club europei, dopo che di super hanno fatto non una nuova Lega, ma unicamente una figura di .....!