I giudici hanno rispedito in Italia anche gli ultimi sette migranti diretti in Albania: da un lato il governo detta le regole, ma dall’altro la magistratura non le applica! Viene così stigmatizzato lo scontro tra i poteri dello Stato, esecutivo. legislativo e giudiziario, ma soprattutto non si capisce come mai l’Europa abbia avallato l’operazione Albania battezzandola come “modello da seguire”, quando poi la Corte Europea, che stabilisce i criteri per la designazione di uno Stato come Paese di origine sicuro, di fatto li boccia.
Infatti, per l’Associazione nazionale dei magistrati la nuova norma italiana sui ‘paesi sicuri’ è “incompatibile con il diritto dell’Unione europea” e nel dubbio è stato doveroso “sollevare un rinvio pregiudiziale”.
E così anche il secondo gruppo di migranti, appena sbarcato nel centro di Gjader, non resta lì più di due giorni: come già successo per i primi dodici, anche i sette nuovi richiedenti asilo vengono rispediti al mittente, ovvero in Italia. La sezione immigrazione del tribunale di Roma, di fronte al recente decreto sui Paesi sicuri varato dal governo Meloni, sospende il giudizio sulla convalida del loro trattenimento rimettendo tutto nelle mani della Corte di giustizia europea.
In attesa del provvedimento della Corte Ue tutti i trattenimenti disposti presso tutti i centri, italiani e no, vanno sospesi, almeno per quei Paesi per i quali vi è dubbio che possano essere qualificati come sicuri perché, sulla base delle informazioni fornite dal ministero degli Esteri, alcune categorie di cittadini sono perseguitate.
Pertanto i tre egiziani e i quattro bengalesi ora vanno via dalla struttura di permanenza per il rimpatrio in Albania e vengono portati in un centro per richiedenti asilo in Puglia. L’aggiornamento della lista degli Stati di provenienza dei migranti ritenuti ‘sicuri’, elevata a norma primaria dopo la prima bocciatura dei giudici nel mese scorso, non ha quindi sortito gli effetti sperati dal governo, rimettendo in discussione il meccanismo dei rimpatri accelerati.
Adesso gli occhi di tutti sono puntati sul prossimo 4 dicembre quando la Cassazione dovrà pronunciarsi in merito alla possibilità dei giudici di agire autonomamente oppure di doversi attenere alla lista dei Paesi sicuri stilata dal governo.
Morale della favola, tanti soldi buttati al vento che potevano essere investiti qui in Italia per affrontare in maniera più seria lo stesso problema immigrazione, accogliendo, formando e inserendo nel mondo del lavoro i migranti regolari e rispedendo al mittente gli irregolari, senza questo va e vieni tra Italia e Albania!