Stop Devaluing Music è l'appello lanciato da più di 200 artisti dell'Artist Rights Alliance per chiedere alle aziende tecnologiche di impegnarsi a non sviluppare strumenti di intelligenza artificiale che minino o sostituiscano il lavoro di cantautori e cantanti.

"Questo attacco alla creatività umana deve essere fermato. Dobbiamo proteggerci dall’uso predatorio dell’intelligenza artificiale per rubare voci e sembianze di artisti professionisti, violare i diritti dei creatori e distruggere l’ecosistema musicale", si legge nella lettera.

Tra i firmatari Billie Eilish, Nicki Minaj, Elvis Costello, R.E.M., Mumford & Sons, Katy Perry, Norah Jones, Nicki Minaj, Ja Rule, Jason Isbell, Steve Wonder...

Nell'appello non si chiede un divieto assoluto dell’uso dell’intelligenza artificiale nella musica o nella produzione, affermando che un uso responsabile della tecnologia potrebbe avere vantaggi per l’industria. I produttori musicali hanno utilizzato gli strumenti di intelligenza artificiale in vari modi negli ultimi anni, in un caso impiegando l'intelligenza artificiale per isolare la voce di John Lennon da una vecchia traccia demo e usarli per creare una "nuova" canzone dei Beatles pubblicata lo scorso anno.

È pertanto da intendersi come un appello ad una maggiore regolamentazione che possa tener conto delle questioni etiche e legali relative alla violazione del copyright e dei diritti dei lavoratori. I sindacati degli artisti e le organizzazioni di difesa hanno cercato di fare pressione sui legislatori e sulle aziende tecnologiche per mettere dei paletti all’uso dell’intelligenza artificiale.

Alla base della denuncia, il fatto che alcune delle aziende più grandi e potenti del settore avrebbero iniziato a utilizzare i prodotti degli artisti - senza permesso - per addestrare modelli di intelligenza artificiale, con l'intento di creare prodotti originali in sostituzione del lavoro degli umani a cui finirebbero per non pagare royalties

Questo il nodo della questione.