Nonostante i primi timidi tentativi concreti di una soluzione diplomatica, il conflitto in Ucraina sembra indirizzato ad una ulteriore escalation i cui confini, anche dal punto di vista geografico, si stanno sempre di più allargando.

L'Ucraina, dopo aver lanciato dei droni verso Mosca, oggi ha preso di mira la Crimea occidentale. La Russia, a sua volta, cerca di creare un caso in Moldavia e Transnistria per poter giustificare un intervento militare in una regione che si trova in mezzo a Romania e Ucraina. Inoltre, secondo l'Intelligence britannica, Mosca avrebbe iniziato a lanciare i droni kamikaze di fabbricazione iraniana dall'oblast di Bryansk, situato tra la Bielorussia e l'altro oblast russo di Belgorod, in modo da raggiungere più facilmente e più rapidamente la capitale Kiev.

E sempre durissimo è il combattimento che si sta svolgendo lungo la linea del fronte nel Donbass a nord e a sud-ovest di Donetsk, a Vuhledar, dove i russi - secondo il New York Times, avrebbero perso 130 tra carri armati e veicoli corazzati, in una battaglia che è in corso da quasi tre settimane. A nord, a Bakhmut, i mercenari della Wagner stanno sacrificando fino all'ultimo uomo per impossessarsi della città che gli ucraini continuano ancora a difendere, come ha riferito Serhii Cherevaty, portavoce del Comando operativo orientale.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, durante una conferenza stampa tenuta quest'oggi, ha dichiarato che il suo paese fornirà a Kiev ancor più munizioni e supporto militari, anche in relazione a manutenzione e pezzi di ricambio. Scholz ha parlato anche di pace, precisando però che deve essere la Russia a fare il primo passo in tal senso, ritirando il proprio esercito dall'Ucraina.