"Era il 4 dicembre scorso quando alla cronista Angela Nicoletti, del quotidiano ciociaro La Provincia, che in quel periodo seguiva le indagini sullo scandalo degli ammanchi all'abbazia di Montecassino, venne recapitata una lunga lettera in cui un giovane seminarista di Cassino descriveva un incubo vissuto da lui e da altri sette ragazzi, tutti tra i 18 e i 22 anni, puntando il dito contro Mons. Gerardo Antonazzo. L'inchiesta del procuratore capo Luciano D'Emmanuele sul vescovo della diocesi di Sora, Aquino, Pontecorvo e Cassino è iniziata così e si è conclusa solo ora, con un avviso di garanzia al prelato, accusato di molestie sessuali e plagio. [...]
Effettuati infine dei riscontri sui tabulati telefonici, sulle chiamate e sugli sms, il procuratore D'Emmanuele, convinto delle responsabilità del Monsignore, ha inviato a quest'ultimo l'avviso di garanzia e comunicato la vicenda anche alla Santa Sede".
Questo è quanto domenica 3 aprile ha pubblicato Repubblica, per informare i suoi lettori!
Però, sabato 2 aprile, il Vaticano aveva già fatto sapere che le accuse provenivano da aspiranti seminaristi cui il vescovo Antonazzo non aveva permesso di continuare il percorso per diventare sacerdoti perché ritenuti indegni.
Di questa mattina, la dichiarazione del procuratore Luciano d'Emmanuele che informa che la procura della Repubblica di Cassino ha chiesto l'archiviazione per S.E. Gerardo Antonazzo dalle accuse sopra riportate per difetto di querela, mancando una denuncia, che non è neppure stata presentata nei mesi successivi in cui si sono svolte le verifiche del caso.
Per ultimo, il vescovo Antonazzo aveva già dichiarato, oltre la sua estraneità ai fatti riportati, di non essere mai stato destinatario di alcun avviso di reato.