Leggendo le oltre 70 pagine della Legge di Bilancio 2023, oggi in Parlamento per esame ed approvazione, ricavo la sensazione che le linee guida alle quali si sono ispirati Giorgia Meloni ed i suoi ministri siano poche ma molto chiare. 

  1. Destinare pochi spiccioli a quelle voci che non erano temi del programma propagandato in campagna elettorale.
  2. Limitare al minimo indispensabile gli interventi a favore dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.
  3. Inserire comunque nella manovra i capitoli del programma di centro-destra anche se solo parzialmente adempiuti.
  4. Lanciare segnali di comprensione ed indulgenza a tutti gli evasori, cronici ed occasionali.

In attesa di conoscere la versione definitiva che uscirà dal confronto parlamentare, da comune cittadino non posso comunque condividere alcune scelte che influiranno negativamente sul quotidiano mio e di milioni e milioni di italiani.

Non condivido, ad esempio, che per far fronte alle criticità di bilancio, il governo Meloni penalizzi coloro (lavoratori dipendenti e pensionati, ndr) che già sono costretti, ogni mese, a pagare regolarmente tasse e contributi, mentre gratifichi quanti non hanno saldati debiti fiscali nei 15 anni, dal 2000 al 2015, decidendo di rottamare le loro cartelle esattoriali con le ipocrite scusanti del Covid, della crisi energetica, della guerra in Ucraina.

Infatti, con una impareggiabile faccia di bronzo, Giorgia Meloni ha deciso che non tutti i lavoratori dipendenti godranno della riduzione del cuneo fiscale, e che a milioni di pensionati saranno scippati 2,5 miliardi delle integrazioni a loro dovute in base al decreto del ministro Giorgetti.

Non condivido neppure che io, comune cittadino, non potendomi permettere di avere in tasca 5000 euro in contanti, mi veda rifiutare un pagamento con carta di credito inferiore a 60 euro. 

Signora Meloni mi scusi ma come posso sapere prima di entrare in un negozio che non mi sarà consentito pagare con carta di credito un importo inferiore a 60 euro?  Ha immaginate quali e quante imbarazzanti situazioni ne seguiranno?

Oppure se dopo aver fatta benzina per 40 euro il benzinaio non accetterà il bancomat, sarà autorizzato a svuotarmi il serbatoio od a sequestrarmi l’automobile ?

Certo è che se la sua aspirazione, premier Meloni, fosse quella di essere beatificata dal Pontefice come “Madonna delle Corbellerie”, è già sulla buona strada.