L'america di Biden invece di fermare il genocidio a Gaza continua a bombardare lo Yemen
"Ho diretto questa azione militare in linea con la mia responsabilità di proteggere i cittadini degli Stati Uniti sia in patria che all'estero e nel promuovere gli interessi di sicurezza nazionale e di politica estera degli Stati Uniti, in conformità alla mia autorità costituzionale di Comandante in Capo e Capo Esecutivo di governare le relazioni internazionali degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno intrapreso questa azione necessaria e proporzionata in linea con il diritto internazionale e nell’esercizio del diritto intrinseco degli Stati Uniti all’autodifesa, come previsto dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti sono pronti a intraprendere ulteriori azioni, ove necessario e appropriato, per affrontare ulteriori minacce o attacchi.Fornisco questo rapporto come parte dei miei sforzi per mantenere il Congresso pienamente informato, in linea con la Risoluzione sui Poteri di Guerra (Legge Pubblica 93-148). Apprezzo il sostegno del Congresso in questa azione".
Così si conclude la lettera inviata ieri agli speaker delle due camere del Congresso dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per giustificare l'atto di guerra, non certo di autodifesa come ipocritamente dichiarato, nei confronti dello Yemen controllato dai ribelli Houthi.
Nella riunione che si è tenuta ieri al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l'ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha detto che gli attacchi statunitensi e britannici violano il diritto internazionale e aumentano le tensioni regionali,
"una cosa è difendere la navigazione commerciale, i cui attacchi sono inaccettabili, ma un'altra è bombardare in modo sproporzionato e illegale un altro Stato".
Sulla stessa linea, l'inviato cinise all'ONU, Zhang Jun, che ha rimarcato il fatto che il Consiglio di sicurezza non ha autorizzato l'uso della forza contro lo Yemen:
"Gli attacchi - ha dichiarato - non solo hanno causato la distruzione di infrastrutture e la morte di civili, ma hanno anche comportato maggiori rischi per la sicurezza nel Mar Rosso".
E che cosa hanno fatto allora gli Stati Uniti? La notte scorsa hanno lanciato un nuovo attacco in territorio yemenita, colpendo - a loro dire - una installazione radar.
Ma per il portavoce degli Houthi, Nasruldeen Amer, il nuovo attacco, che avrà una risposta ferma, forte ed efficace, non ha comunque causato né vittime, né danni materiali.
Mohammed Abdulsalam, un altro portavoce degli Houthi, ha affermato che gli attacchi, compreso quello a Sanaa, non hanno avuto un impatto significativo sulla capacità del gruppo di impedire alle navi affiliate a Israele di attraversare il Mar Rosso e il Mar Arabico.