In una intervista alla ABC, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha difeso la decisione di sospendere la consegna a Israele di 3.500 bombe per il timore che avrebbero potuto essere usate su Rafah, ribadendo che Israele non ha un "piano credibile" per proteggere il milione di civili che vi sono rifugiati. Il numero si è ridotto dopo i recenti ordini di evacuazione.

Blinken ha dichiarato che il presidente Biden rimane determinato ad aiutare Israele a difendersi e che la spedizione di bombe da 2.000 libbre (900 kg) e 500 libbre (225 kg) è stato l'unico pacchetto di armi statunitensi ad essere trattenuto, aggiungendo che nel caso in cui  Israele desse il via ad una massiccia operazione militare a Rafah, allora sarebbero prese ulteriori misure per non sostenere l'attaco.

Purtroppo, però, in base a quanto sta avvenendo nelle ultime ore, l'operazione su Rafah non solo sembra decisa, ma addirittura imminente e non è da escludere che, perfidamente, non venga avviata in concomitanza con lo Yom Haatzmaut, giornata in cui lo Stato ebraico celebra il giorno dell'Indipendenza che, nel 2024, inizierà la sera di lunedì 13 maggio e terminerà la sera di martedì 14 maggio, segnando il 76° anniversario della nascita di Israele.

Non ci sarebbe certo da meravigliarsene.

Come non c'è da meravigliarsi che Israele, oggi, trovi supporto a livello internazionale in Stati governati da esecutivi di estrema destra, praticamente parafascisti, che ovviamente ringrazia! Lo ha fatto il ministro degli Esteri Israel Katz citando, tra gli altri, l'ungherese Viktor Orban, l'argentino Javier Milei e il primo ministro ceco Petr Fiala, per essersi "messi dalla parte giusta della storia" e aver votato contro la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che è stata sostenuta da 143 paesi.

Anche oggi, l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) ha affermato che quanto dichiarato da Israele sull'esistenza di aree sicure a Gaza è "falso e fuorviante".

Il commissario generale dell'Agenzia, Philippe Lazzarini, in un post sulla piattaforma X ha espresso la propria preoccupazione per il continuo sfollamento dei palestinesi dalle loro case, ribadendo che non ci sono zone sicure a Gaza:

"Le autorità israeliane continuano a emettere ordini di sfollamento forzato, noti anche come ordini di evacuazione delle aree residenziali, e questo costringe i palestinesi di Rafah a fuggire ovunque. Da quando è iniziata la guerra lo scorso ottobre, la maggior parte dei residenti di Gaza si sono spostati più volte e hanno cercato disperatamente una sicurezza che non hanno mai trovato".

Tutto questo mentre i leader degli Stati occidentali, faro di democrazia e diritti, si stracciano le vesti per gridare allo scandalo per quanto i russi fanno in Ucraina, "facendo finta" di non accorgersi che non vi è alcuna differenza con quanto Israele sta facendo a Gaza e nei Territori occupati, sostenendo il governo Netanyahu nel perpetrare il genocidio in atto ormai da 7 mesi.



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