È un fatto. Questo fine settimana, alcune centinaia di italiani a Firenze e molte migliaia di italiani a Roma hanno sentito il bisogno di muoversi da casa per andare ad ascoltare le promesse di Matteo Renzi e quelle di Matteo Salvini. In entrambi i casi, le promesse personali di due capipopolo che incarnano, essi stessi, il partito che dicono di rappresentare.

Contenti loro - nel senso degli italiani - perché sorprendersi? Ognuno ha il diritto di credere e sostenere ciò che più gli piace. Quello che però rimane difficile da capire è come sia possibile che degli italiani continuino a credere in personaggi che, in base a quello che loro stessi hanno detto e fatto, hanno contribuito, da soli, a screditarsi.


Matteo Renzi è il sovrano assoluto del fare l'esatto contrario di ciò che promette. Ha iniziato la sua carriera con l'ormai famoso "Enrico stai sereno" e da lì non si è più fermato.

Durante il suo governo, pur definendosi di sinistra, addirittura socialista, ha precarizzato il lavoro e diminuito le tutele dei dipendenti tanto che infortuni e morti sul lavoro sono aumentati; ha preteso di definire gli 80 euro un provvedimento di giustizia sociale quando ha escluso da quel beneficio coloro che invece in un mese non riuscivano a guadagnare neppure 600 euro; ha riformato la Rai, che voleva sottrarre al controllo dei partiti, facendola diventare da televisione di Stato televisione di Governo, assegnandone il controllo alla maggioranza parlamentare; ha tentato di riformare la Costituzione inventandosi un accrocchio che invece di far funzionare meglio le istituzioni come lui sosteneva, le avrebbe vincolate in un pasticcio di difficile interpretazione che neppure la stessa Corte costituzionale sarebbe riuscita a sbrogliare... nel caso fosse stata approvata.

E tanto "impegno" è stato premiato con una sonora bocciatura elettorale per il partito da lui guidato!

E dopo cotanti "successi", ecco che Renzi si ripresenta con un altro vestito a riproporre se stesso e le sue "promesse", come se nulla fosse accaduto prima, come se nessuno lo avesse mai ascoltato in precedenza, come se non avesse mai governato. Possibile?

 

L'altro Matteo, nel senso di Salvini, non gli è da meno. Ha governato per 14 mesi facendo credere che gran parte dei guai degli italiani fosse dovuta alla presenza di stranieri nel nostro Paese, in parte senza documenti; al fatto di non poter comunque sparare a chiunque entri all'interno di una casa o di un negozio di cui si è proprietari; al fatto di non salvare in mare chi è in difficoltà e sta rischiando la vita, ma solo se si tratta di possibili migranti.

Nonostante le sue mirabolanti imprese di ministro dell'Interno, Matteo Salvini ha continuato a proporre sui profili social episodi di cronaca nera di cui erano protagoniste persone di colore, dimostrando pertanto la sua incapacità, da ministro, di risolvere un problema di cui lui era responsabile.

Una volta al governo aveva promesso di rimpatriare centinaia di migliaia di persone sprovviste di documenti. Le procedure di rimpatrio in 14 mesi sono state addirittura inferiori rispetto a quelle dei governi precedenti.

Ha detto di essere convinto e sicuro delle sue azioni, addirittura senza paura, ma nel momento in cui avrebbe dovuto affrontare un processo ha preteso di far valere il proprio status di parlamentare, minacciando gli alleati di una crisi di governo se avessero permesso che finisse a giudizio.

In campo economico ha annunciato di voler sostenere la flat tax, ma non ha spiegato come, in base alla Costituzione, potesse poi applicarla. Non solo. Ha portato come esempio al suo progetto la flat tax di Trump, senza però far sapere come avrebbe finanziato il provvedimento e senza ricordare che negli Usa la flat tax di Trump sta creando una voragine nei conti pubblici che ha raggiunto già ora un livello record. Come conciliare questo con il debito pubblico italiano? Non si sa.

In politica estera, Salvini dice che l'Italia dovrebbe guardare alla Russia di Putin e all'Ungheria di Orban, due Stati palesemente anti democratici, dove le libertà dei cittadini sono subordinate alle necessità di mantenere il potere da parte dei due leader. Senza voler ricordare poi che il tanto celebrato Orban è uno di coloro che fanno di tutto e di più per far spostare le imprese dall'Italia verso il suo Paese, inventandosi leggi che poco o nulla hanno a che fare con i parametri e gli standard europei (vedi quella sulle ore di straordinario).

Ma per i fanatici sostenitori di Salvini, anche senza ricordare loro gli euro spesi ed i rubli non ricevuti dalla Lega, è sufficiente scendere in piazza per andarlo a sentir dire che "Conte e Di Maio tassano bibite, biscotti, benzina e partite IVA, che Renzi vuole tornare alla legge Fornero, che Grillo vuole togliere il diritto di voto agli anziani... Scemo e più scemo al governo!" Possibile?


Sì, in entrambi i casi, nonostante tutto, è possibile che degli italiani vadano in piazza dimenticandosi di quello che Renzi e Salvini hanno detto e fatto. Esiste una giustificazione? Anche quella che vuole spiegare tutto ciò con il fatto che gli "altri" siano comunque peggiori rimane alquanto debole, perché nella politica si otterrebbe un maggior cambiamento non andando a votare, piuttosto che affidarsi al meno peggio. Quindi, non rimane che accettare la situazione e la politica degli influencer che, di volta in volta, in base agli umori del Paese proporranno ciò che i rispettivi elettorati di riferimento vorranno sentirsi dire. E questa, al giorno d'oggi, viene chiamata democrazia.



PS. Anticipazione. In piazza San Giovanni più di 200mila persone, utilizzando però anche l'area limitrofa e tutto lo spazio disponibile, non possono starci. Quindi, i numeri che verranno annunciati dalla Lega saranno fasulli.