E "guai" a chiamare un sacerdote esterno perché è estraneo alla comunità. Parte da una parrocchia del modenese una nuova offensiva all'Eucarestia all'insegna della sinodalità e col benestare del vescovo.
Per il movimento Internazionale dei sacerdoti sposati la Chiesa Cattolica potrebbe presto non avere più sacerdoti se non mette mano alla riforma. I preti sposati sono una grande risorsa.
Dal parroco influenzato al parroco assente giustificato o presente ingiustificato, ogni motivo è buono per sospendere la Messa: è l'idea “geniale” sinodale messa nero su bianco dalla parrocchia di San Celestino I di Castelnuovo Rangone, diocesi di Modena. Il consiglio pastorale ha pensato bene di dispensare i fedeli dalla Santa Messa in caso di assenza del parroco e anche in caso di presenza e nei confronti della proposta, il vescovo di Modena-Nonantola, Mons. Erio Castellucci, presente al consiglio pastorale del 22 aprile, pare aver mostrato apprezzamento.È quanto compare nel verbale del consiglio pastorale della parrocchia che si è svolto il 22 aprile scorso presso la canonica di San Cesario sul Panaro e di cui la Bussola è entrata in possesso.Com'è ormai di moda, il senso sarebbe quello di valorizzare il ruolo dei laici, mediante la promozione delle liturgie della Parola."Mons. Castellucci ha dunque trovato nella parrocchia di Castelnuovo Rangone, parole sue, uno di quei «progetti pilota (…) necessari per il futuro della Chiesa», l'avanguardia di quell'agognato processo sinodale, che punta dritto contro la struttura gerarchica della Chiesa, esortando a «preparare nelle parrocchie dei modelli diversi rispetto a quelli attuali “clericocentrici”», approfittando dello «stimolo» suscitato dal «calo dei preti», concetto di martiniana memoria. E salendo sul carro bergogliano della lotta a un non meglio precisato «clericalismo».Ma la scure viene posta anche alla base dell'anima Eucaristica della Chiesa, con la scusa che «bisogna cominciare a far capire alle comunità: che la Liturgia non è solo la messa; che l’Eucaristia è sicuramente molto importante, ma non è l’unica forma di preghiera comunitaria». Scopo che, se fosse sincero, verrebbe perseguito, per esempio, con una maggiore cura della Liturgia delle Ore comunitaria, soprattutto i primi e secondi vespri della domenica, e non soppiantando la Santa Messa".
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana