La Serie A nella stagione 2017/2018 continua a dare segni di ripresa, anzi di rinascita... che dovrebbero condurre anche ad una rinascita del calcio italiano nei confronti di quello estero.

Lo stanno a dimostrare il numero di spettatori che ritorna ad affollare gli stadi, la qualità dei giocatori e del gioco, l'esito incerto fino all'ultima giornata delle varie classifiche relative a campionato, coppe e retrocessioni.

Ma è tutto rose e fiori? Non è così.

Le due squadre di Milano sono alle prese con un mare di debiti, anche se quelli legati all'Inter sono causati da problemi di assetto societario relativi ai due soci che detengono la maggioranza delle quote... i soldi per coprirli dovrebbero esserci.

Discorso diverso per il Milan, il cui proprietario cinese, come fin da prima che chiudesse l'acquisto per il club aveva fatto credere, più che un nababbo cinese è da considerarsi un semplice prestanome, che fa ipotizzare che i possibili scenari di cui si interesserebbe la procura di Milano non siano così campati in aria.

Questa assenza di solidità economica ha fatto sì che la Uefa abbia rifiutato, con il parere espresso il 23 maggio dall'Organo di Controllo Finanziario Investigatory Chamber, la proposta di settlement agreement avanzata da Marco Fassone per il Milan. La proposta di accordo avanzata dall'amministratore dei rossoneri si era resa necessaria perché il club non aveva rispettato i parametri finanziari imposti dalla Uefa ai club europei.

È una problema? Sicuramente lo è a livello di immagine. Per quanto riguarda il livello pratico, c'è ancora da aspettare metà giugno. Al club, infatti, potrebbero essere imposte multe, limitazioni alla campagna acquisti e, soprattutto, potrebbe non essere ammesso alla prossima Europa League, a cui si era qualificato raggiungendo il sesto posto in campionato. La Fiorentina, giunta ottava, rimane in attesa.

L'altro problema che interessa la Serie A, e questa volta riguarda tutte le squadre, è relativo ai diritti tv. L'ultima novità è rappresentata dalle conseguenze della Legge Melandri che regola la questione diritti tv in Italia e che prevede che, se a quaranta giorni dall’inizio di un campionato i diritti non siano stati venduti a livello collettivo, le singole società rientrino in possesso degli stessi, per poterli poi vendere a livello individuale.

Secondo alcuni media, alcuni club starebbero valutando questa possibilità che dal 10 luglio potrebbe diventare legalmente fattibile. Un caos per gli utenti ed un incubo... per Sky e Mediaset!