Di Vincenzo Petrosino  -Oncologo Chirurgo - Salerno 

“Con 30 giorni di anticipo rispetto alla milestone europea del PNRR ho firmato i contratti istituzionali di sviluppo con tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Sono 6000 progetti per costruire il Servizio Sanitario Nazionale del futuro. Nasceranno 1350 case di comunità, aperte fino a 24 ore al giorno e 400 ospedali di comunità. Così la sanità sarà più vicina ai bisogni delle persone”.

Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato la sottoscrizione del Contratto istituzionale di sviluppo - CIS tra il Ministero della Salute e ciascuna Regione e Provincia Autonoma, il cui termine era previsto entro il 30 giugno 2022.

Tanta fretta era giustificata?

"Dopo 41 anni di laurea, sono convinto che sarà un disastro degno dell'affondamento del Titanic. Al momento non esiste né la possibilità e credo neppure la  "forza lavoro" per tale riforma. I giovani non si avvicinano alla medicina generale che è molto complessa, molti sono i medici che andranno in pensione e in tanti pure anticipata (cioè a 68 anni o meno e non a 70). Ho assistito ad altri cambi della sanità, dalle Usl alle Asl alle varie riforme dei tanti ministri che si sono succeduti. La realtà?  Registri tumori al palo , servizi sul territorio scadenti, assistenza domiciliare fumosa e  scarsa umanizzazione, pochi mezzi, ecc.Ora, con la corsa ai fondi ecco nuove novità, con case e ospedali di comunità e medici... che resta? Che faranno un poco qui e un poco là... sembra che gli over 60 non faranno turni! Chissà se i vari consulenti del ministero e personaggi politici hanno mai preso in considerazione, ad esempio, un passaggio graduale dai vecchi medici ai nuovi, un apprendistato che sarebbe stato un passaggio di testimone e di maturata esperienza.

La sanità potrebbe e anzi "deve" cambiare per migliorare , ma questo deve essere fatto da chi la conosce, la vive e permettetemi che sia a misura di uomo,  di popolo e non un labirinto di norme, codici, paletti, attese , liste spesso impensabili e che esista quella che predico da tempo : L'umanizzazione .... di tutto il comparto sanitario e che funzioni davvero l'assistenza domiciliare : un piccolo ospedale che si muove a casa del paziente fragile....questa sarebbe sanità pubblica.

Che vengano le " buone idee di giusta medicina e pratica clinica. Che ritorni la medicina del medico e non della rete e che si dia il giusto rispetto a questa professione, spesso svilita dal primo " burocrate dal culo pesante sulla sedia dell'asl " .

Insomma mi chiedo perchè complicare le cose semplici e ancora di piuù direi che è venuto il momento che i medici di medicina Generale dicano loro basta a tante " barzellette " degne di quelle sui carabinieri....e basta mo .... Indubbiamente esiste in ogni professione la mela non proprio bella, ma di fare della medicina generale tutta un erba un fascio no....

Ma queste cose  a quanto pare sembrano voli pindarici per tanti, eppure affiancando un giovane in uno studio medico rodato, si creano posti di lavoro, si trasmette esperienza, che spesso manca, e si "accompagna alla pensione" il vecchio medico oramai 68enne ! che inizierà anche ad avere qualche limite personale ....In bocca al Lupo ai giovani colleghi  e forza per chi dovrà ancora aspettare qualche decennio! Credo che molti anzi tanti over 65 staranno dicendo sorridendo: Non contate su di me!"

Neppure allo Snami, il sindacato nazionale autonomo dei medici, la riforma della medicina generale - che prevede che il medico di famiglia lavori 38 ore a settimana, di cui 20 nel suo studio e 18 nei servizi del Distretto - piace.

"La prima riflessione che farei - dice Angelo Testa, presidente nazionale Snami - è che coloro che hanno concepito questi percorsi siano contemporaneamente mal informati, mal consigliati, poco lungimiranti e oggettivamente votati al fallimento. Se tu costruisci quello che dovrebbe essere un cambiamento epocale e un miglioramento della assistenza medica territoriale sulle fake news che circolano, sulle leggende metropolitane che con interesse vengono diffuse e sui luoghi comuni imperanti, cioè sulle narrazioni che i Medici di Medicina Generale siano dei fannulloni, un ricettificio automatico e dulcis in fundo dei loro favolosi guadagni, soprattutto senza fare niente, sbagli perché parti da un presupposto totalmente sbagliato"."Intanto non si capisce - aggiunge Salvatore Cauchi, addetto stampa nazionale - perché a fronte della narrazione di questo mondo fantastico dove si guadagna tanto e non si fa nulla, ci sia un fuggi fuggi generale dal nostro comparto con pensionamenti anticipati e stra-anticipati  e sempre  meno giovani che ambiscono alla Medicina Generale"."La realtà è ben altra e decisamente all’opposto di quella che strumentalmente vogliono vendere - puntualizza Gennaro Caiffa, vice segretario nazionale Snami - perché siamo malpagati, schiacciati da incombenze inutili ed asfissianti  e siamo rimasti l’unico front office medico nei confronti dei cittadini"."La verità - conclude Angelo Testa - è che hanno gentilmente pensato a Noi per le Case di Comunità perché non hanno altri Medici su cui investire.  Se non dimostrassero di averli non avrebbero i finanziamenti del PNRR, hanno voluto ignorare il nostro impegno quotidiano di dieci/dodici ore, considerando semplicemente i nostri orari minimi di ricevimento e volutamente ignorando che quella è solo una piccola parte delle nostre incombenze e strumentalmente  facendo finta di credere che il Medico di famiglia sia dotato del divino DONO DELL’UBIQUITÀ!"