La guerra non è solo quella che si combatte con le armi, ma anche quella che si consuma in silenzio, con la tensione, la paura, le minacce. Accade oggi e accadeva anche ieri, negli anni più bui della Guerra Fredda.
È questo lo sfondo del romanzo di A.G. Russo, scrittore italo-americano che ancora una volta si cimenta con i dolorosi retroscena dei conflitti. Con e senza armi.
Disponibile in versione e-book, e scritto in lingua inglese, l’opera, dal titolo Our Wild and Precious Lives, (traducibile in Vite Preziose) narra le vicende di una famiglia americana trasferitasi in Germania agli inizi degli anni ’60, quando il mondo era stretto nella morsa della Guerra Fredda tra Usa e URSS e nell’angoscia di un possibile conflitto nucleare.
Il capostipite di questa famiglia “vagante” è Jim, un veterano di guerra, sposato con Lina, un’italiana originaria di Minori, paesino sperduto nel cuore della Campania. Hanno due figli adolescenti, Tom e Melly, che malvolentieri devono affrontare un faticoso percorso di integrazione in una Germania lacerata da un passato da dimenticare e da un muro che perpetua un conflitto ancora silente ma pericoloso: Berlino Est, in mano ai russi, e Berlino Ovest, in mano agli americani
Ma i conflitti, non sono solo militari e geopolitici, ma anche familiari. Jim picchia la moglie ed è estremamente severo con i figli. Nonostante sia ormai conclusa, Jim non riesce a dimenticare la Guerra e i suoi orrori. È un uomo ferito e traumatizzato, che riversa sulla famiglia la frustrazione per qualcosa che avrebbe voluto e non ha potuto avere.
Ha perso il suo amico in battaglia, Tom, che tenta di far rivivere nel figlio, chiamandolo con lo stesso nome. Jim ordina e pretende che i figli rispondano “sissignore”. Nella testa e nell’anima è ancora un soldato dell’Esercito americano, un uomo che ha scelto di continuare la carriera militare in Germania, per sorvegliare le mosse dei russi, che presidiano la Germania Est.
In questo scenario di spie e poteri contrapposti, con John Fitzgerald Kennedy da poco presidente degli Stati Uniti, i figli del protagonista affrontano le loro prime sfide, fanno i conti con i loro sogni e con la realtà. Frequentano le scuole tedesche, s’innamorano, ascoltano la musica dei Jubox e praticano sport nei club scolastici.
Apparentemente conducono una vita normale, che normale non è. Lo spettro della guerra nucleare e sempre lì, davanti ai loro occhi, davanti alla violenza del padre, davanti ai musei dell’Olocausto e degli ex campi di concentramento, che furtivamente tentano di visitare con la comitiva di amici tedeschi.
Le rovine del secondo conflitto mondiale sono ancora vivide nella realtà di questi ragazzi e nei ricordi di guerra di Jim. Come una minaccia invisibile, come un monito a deporre per sempre le armi e ad evitare l’estinzione del genere umano.
Perché, come recita la frase di George C. Marshall, citata nel romanzo, “Il modo migliore per vincere una guerra è prevenirla”.