Le Ong, umanitarie, dicono che il loro scopo è "salvare vite umane". La verità è che vogliono portare in Italia (Europa?) quante più persone possono.

Se volessero solo salvarle basterebbe portarle all'asciutto, ma le vogliono portare in Europa (Italia) e per farlo sono costrette a "salvarle", a trasbordarle dai gommoni. È evidente che la loro azione non è umanitaria ma inumana: costringere le persone a rischiare di annegare per "salvarle" e così giustificare e nobilitare il loro traffico è cinismo.

Se moralmente e per la "Legge del mare" c'è l'obbligo di salvare chi in mare è in pericolo è impensabile che comprenda anche l'obbligo di garantire incondizionatamente ai salvati mantenimento, lavoro, trasporti e vita migliore. Se lo scopo delle ONG è salvare le persone in pericolo basta portarle a bordo e sbarcarle in un porto sicuro come generalmente lo sono tutti i porti. Non è pensabile che i porti sicuri siano solo quelli italiani.

Se poi per porto sicuro non s'intende un luogo al riparo dai pericoli del mare ma uno che offra possibilità economiche ai salvati, ora che in Italia c'è Salvini forse i porti italiani non sono più "sicuri" di quelli libici o tunisini e molto meno "sicuri" di quelli francesi, olandesi o tedeschi. Se le ONG hanno problemi di tempi da rispettare per tornare a "salvare" altri naufraghi volontari si trasbordino i salvati su navi italiane per trasportarli a Bonifacio e poi ci penseranno sicuramente i generosissimi e non vomitevoli francesi. Naturalmente non si tratta più di salvataggio in mare ma di trasporto marittimo e di immigrazione più o meno legale.

È del tutto evidente che se le ONG non stazionassero ai limiti o nel mare libico incentivando la partenza di natanti inidonei ad attraversare il Mediterraneo certi di essere tempestivamente "soccorsi" ben pochi o nessuno dei subsahariani attraverserebbe il deserto per arrivare in Libia, superare con mezzi di fortuna o a nuoto il Mediterraneo ed arrivare a Lampedusa o in altra terra europea sapendo di non avere diritto a rimanervi. In pratica i "salvataggi" sono un modo pericoloso di traghettare dall'Africa all'Europa, sfruttando la vulnerabilità dell'Italia e la difficoltà e costo dei rimpatri dei clandestini.

Se davvero lo scopo fosse solo quello di "salvare vite umane" dall'annegamento si impegnerebbero affinché le persone non si mettano in pericolo, se invece è quello di portare chiunque in Europa (e non solo in Italia) per salvare da fame o da noia dovrebbero scegliere altri porti o magari aeroporti.

Molti Paesi europei che rimproverano l'Italia di non volere più fare il lavoro sporco (in cambio della possibilità di fare debito), di non voler più accogliere nei suoi porti chiunque e da chiunque portato comportandosi in modo vomitevole sicuramente non vorrebbero essere altrettanto vomitevoli e accoglierebbero nei loro aeroporti chiunque le umanitarie ONG vi volessero scaricare. Forse.

Invece di entrare nel mare libico per raccogliere chi pericolosamente vi si trova le ONG umanitarie potrebbero dotarsi di aerei e dal territorio libico portare senza rischi i migranti in un aeroporto di quei paesi accoglienti e non avrebbero problemi nell'assolvere il loro compito. Forse. O forse li intercetterebbero al confine e li abbatterebbero o li farebbero atterrare nell'inospitale Italia.