"... Ogni bambino dovrebbe godere degli stessi diritti e vivere libero da discriminazioni e intimidazioni di qualsiasi tipo.L'UE sostiene l'istruzione in circa 100 paesi in tutto il mondo, collaborando con i paesi partner per ridurre al minimo l'impatto della pandemia e facilitare un ritorno a scuola in sicurezza. Per ricostruire meglio, la Commissione europea aumenterà significativamente i suoi investimenti nell'istruzione in Africa subsahariana, America Latina e Caraibi, Asia e Pacifico, oltre 6 miliardi di euro entro il 2027. L'obiettivo sarà quello di sostenere i paesi partner per rafforzare i loro sistemi educativi per fornire un'istruzione di qualità inclusiva ed equa per tutti.La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen , ha chiesto che il 2022 sia designato Anno europeo della gioventù, per sostenere e impegnarsi con i bambini e i giovani e garantire che le loro preoccupazioni e le loro esigenze siano al centro del processo decisionale dell'UE." ...

Quello sopra riportato è un passaggio della dichiarazione rilasciata giovedì 19 novembre dal commissario Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell Fontelles, in occasione della Giornata Mondiale dell'Infanzia che si celebra il 20 novembre.

Qualche ora prima un bambino che aveva poco più di un anno moriva di fame e di freddo in Bielorussia, al confine con la Polonia.

Un confine protetto dal filo spinato e dagli idranti delle forze di sicurezza della Polonia che sparavano, alla massima pressione, acqua gelida contro poche centinaia di disperati usati come arma di ricatto dal presidente Lukashenko che in una intervista rilasciata oggi alla BBC ha ammesso la sua responsabilità nell'aver cercato di favorire il passaggio del confine da parte dei migranti verso l'Europa, negando però qualsiasi suo coinvolgimento nell'averli fatti arrivare in Bielorussia. 

Pertanto, la Polonia che fa parte dell'Unione europea ha respinto e lasciato morire delle persone che avevano solo bisogno di aiuto.

Dato che la cristianissima Polonia, patria di un santissimo Papa polacco e della misericordiosissima Madonna di Czestochowa, fa parte dell'Unione europea e dato che l'Unione europea non ha fatto nulla per evitare la morte di quel bambino... anche noi ne siamo responsabili al pari della Polonia e per questo anche noi non possiamo non farci un po' schifo, anzi tanto schifo, per quello che è accaduto.

Uno schifo oltretutto decuplicato dall'ipocrisia di politici da quattro soldi che confinano alle sole parole le buone intenzioni, dimenticandosele subito dopo quando c'è da metterle in pratica.


Fortunatamente, nelle ultime ore la situazione al confine tra Bielorussia e Polonia si sta progressivamente risolvendo, dopo i fitti colloqui tra Angela Merkel e Alexander Lukashenko, di cui Putin non sarà certo stato estraneo.

Così, duemila migranti in precedenza accampati al gelo adesso sono ospitati in una struttura nei pressi del confine dove hanno ricevuto cibo, coperte e vestiti. Inoltre, sono iniziati i primi rimpatri dei migranti verso i luoghi di provenienza da cui erano stati "attirati" dalla Bielorussia con la promessa di un ingresso sicuro in Europa. 

Possiamo esserne lieti dopo che un bambino di un anno è morto? E la morte di quel bambino, adesso, non dovrebbe pesare sulla coscienza di Luhashenko, dei polacchi e di tutti noi europei?



Crediti: la dichiarazione nel titolo è di Angela Caponnetto, giornalista Rai