L’Italia è stato il primo paese europeo ad inviare aiuti in Siria dopo il terribile terremoto dello scorso 6 febbraio. 

Il supporto italiano, coordinato dal Dipartimento della Protezione civile nell’ambito del Meccanismo europeo, alla popolazione colpita dal sisma che ha interessato Turchia e Siria sta proseguendo.

Si tratta del terremoto più forte verificatosi nella regione  da molti anni e che ha avuto l’epicentro nella regione di Gaziantep propagandosi poi in Siria e Libano. Latakia, Aleppo, Hama e Idlib sono state le zone più colpite dalle convulsioni sismiche. Migliaia di morti, di feriti e centinaia di migliaia di persone sono rimaste senza un riparo, perché l'attività sismica ha reso pericolanti vecchi edifici o quelli già colpiti dalla guerra in Siria.

Sono partiti nel pomeriggio di sabato 11 febbraio dall’aeroporto di Pratica di Mare, alla volta di Pisa, anche due aerei ATR-72 messi a disposizione dalla Guardia di Finanza. I velivoli sono atterrati a Beirut con pacchi diretti ad Aleppo e Damasco.

Sul campo sono già attive le organizzazioni Madre Agnes e Mezzaluna Siriana e la Comunità internazionale sta cercando di intervenire con ogni mezzo. Sul terreno, come sempre, nelle zone colpite, sono già presenti le squadre mediche e di soccorso del Monastero San Giacomo il mutilato a Qara, a novanta chilometri a nord di Damasco. 

Le località che necessitano ancora di aiuti, secondo fonti residenti sul posto sono:Latakia, Jableh e Aleppo. Le richieste più impellenti  sono: assistenza medica con un’ ambulanza a Jableh e un Hospitainer, ospedale mobile, letti con rotelle. Assistenza medica con un’ambulanza ad Aleppo. Medicinali e kit di soccorso da distribuire alle persone bisognose.

Per quanto riguarda la sicurezza alimentare  c’è bisogno di razioni alimentari da distribuire a Jableh e razioni alimentari da distribuire ad Aleppo e, inoltre, tutto quanto necessario per il riscaldamento e il ricovero dei terremotati nonché macchine movimento terra per estrarre le vittime rimaste sotto le macerie.