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“Nessun dorma”. Mattarella e Draghi danno la sveglia ad un’Europa che sonnecchia.

“Nessun dorma”. Mattarella e Draghi danno la sveglia ad un’Europa che sonnecchia.

Le recenti dichiarazioni di Mario Draghi e Sergio Mattarella al vertice di Cotec svoltosi a Coimbra, hanno lanciato un chiaro messaggio all’Unione Europea: il tempo dell’immobilismo è finito! Nulla sarà come prima, i rapporti con gli Usa non torneranno quelli degli ultimi 80 anni, e quindi bisogna fare da sé.

La crescita economica dipenderà solo da noi, così come non si può più rimandare la creazione di una difesa comune, perché la minaccia russa non cesserà. In un contesto globale sempre più competitivo e incerto, l’Europa non può permettersi di rimanere divisa. La moneta unica, l’euro, ha rappresentato un passo importante verso l’integrazione economica, ma ha anche evidenziato i limiti strutturali dell’Unione. Sebbene l’euro sia un simbolo di stabilità, l’Europa non è riuscita a costruire una vera e propria unione politica, condivisione di politiche fiscali, energetiche e difensive.

Le parole di Draghi, che ha parlato del danno causato dall’adozione di azioni unilaterali in ambito commerciale, evidenziano una frammentazione che mina la capacità dell’Europa di rispondere alle sfide globali in modo coeso. La crisi ucraina ha messo in luce le difficoltà nell’affrontare insieme una minaccia diretta alla sicurezza del continente, con una difesa militare ancora frammentata tra le alleanze bilaterali e la NATO. La mancanza di una politica energetica comune è un altro esempio di quanto l’Europa sia ancora lontana dall’essere un’entità veramente integrata.

La competizione tra i vari Stati membri, spesso mossi da interessi nazionali contrastanti, rende difficile l’elaborazione di soluzioni comuni a problemi globali. L’assenza di una politica fiscale unitaria, di un’industria comune e di una difesa collettiva indebolisce l’Europa, rendendola vulnerabile rispetto ad altre potenze che stanno avanzando rapidamente, come Cina e Stati Uniti.

Mattarella, citando il ‘Nessuno dorma’ di Puccini, ha sottolineato che l’Europa non può più rimanere immobile. La crescente debolezza economica, unita alla difficoltà di affrontare crisi globali con un’unica voce, rischiano di compromettere la competitività del continente, che potrebbe essere superato da altre potenze emergenti. La situazione attuale richiede un cambiamento di rotta deciso e veloce.

Non basta più una moneta unica per garantire la forza e la stabilità dell’Europa. L’Unione ha bisogno di un’integrazione più profonda, che superi il solo aspetto economico e abbracci anche la politica fiscale, industriale, energetica e difensiva. Solo con politiche comuni su questi temi, l’Europa potrà rispondere in maniera tempestiva e coesa alle sfide globali, riaffermando il suo ruolo centrale nel mondo.

L’alternativa è un’Europa sempre più frammentata, incapace di reagire ai cambiamenti rapidi e alle pressioni esterne, rischiando di diventare un attore marginale sulla scena internazionale. Se non agirà con maggiore determinazione, il continente potrebbe perdere la sua posizione di forza. In questo scenario, stare fermi non è un’opzione: l’Europa deve muoversi, e lo deve fare rapidamente, se vuole evitare di essere superata dagli eventi.

Autore Gregorio Scribano
Categoria Politica
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