Ci sarà spazio anche per il mondo classico al Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 15 al 19 maggio 2025, negli spazi del Lingotto Fiere. Tra gli autori che arricchiranno lo stand della casa editrice Aletti, anche Marisa Riso, che porterà la sua silloge “Metamorphosĕon”, pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia”. «Il titolo stesso - spiega l’autrice, insegnante di Letteratura e Storia presso l’IIS di Lanciano (in provincia di Chieti), dove vive - richiama direttamente le Metamorfosi di Ovidio, il grande poema epico-mitologico in cui il cambiamento è il fulcro della narrazione. Tuttavia, il riferimento a Kafka introduce una chiave di lettura più esistenziale e alienante. Se in Ovidio la metamorfosi è spesso un mezzo per spiegare l’origine del mondo e degli esseri viventi, in Kafka essa diventa una metafora dell’alienazione dell’individuo nella società moderna». 

Metamorphosĕon potrebbe porsi come un ponte tra queste due visioni: quella mitologica e quella esistenzialista, in cui si intrecciano elementi della tradizione classica con riflessioni più moderne sull’identità, l’emarginazione e il cambiamento. Il mondo classico, infatti, non è solo un’eredità del passato, ma un costante punto di riferimento per comprendere e interpretare il presente. L’opera, scritta con dedizione e cura in un’atmosfera intensa e riflessiva, dimostra il valore della formazione e dello studio non solo per la crescita individuale, ma anche per il progresso collettivo e sociale. «L’istruzione - afferma Marisa Riso - è un pilastro per la costruzione di una società equa, consapevole e orientata al progresso. Investire nella formazione significa investire nel futuro di tutti». In questo, la scrittura gioca un ruolo cruciale e catartico, attraverso la conservazione e trasmissione del sapere. «La scrittura è un’arma contro l’oblio, una forma di resistenza al tempo che permette alla realtà di sopravvivere e continuare a esistere nel pensiero e nelle parole di chi verrà dopo di noi».

E’ un’opera tanto classica quanto attuale e innovativa Metamorphosĕon, in quanto affronta temi profondi legati alla condizione umana, stati d’animo che pervadono la parte più intima dell’uomo, dal dolore alla solitudine, espressi con un linguaggio dai toni cupi e malinconici. «Come Ovidio, dopo una serie di peripezie, riesce ad innalzarsi per mezzo di una trasformazione spirituale, - scrive, nella Prefazione, Alessandro Quasimodo, autore, poeta e regista teatrale, figlio del Premio Nobel Salvatore Quasimodo - così l’autrice sperimenta il dolore, l’angoscia di fronte alla morte e al continuo divenire per poi capire come siano importanti le nostre aspirazioni».

Le liriche offrono al lettore un’esperienza poetica intensa, caratterizzata da una profonda introspezione e da una rappresentazione simbolica delle sfide esistenziali. Il linguaggio è caratterizzato da un simbolismo naturale per esprimere il “male di vivere”; ossimori, ad evidenziare le contraddizioni interne e le tensioni psicologiche, enfatizzando la complessità delle emozioni umane; riflessioni che indagano il mistero e l’inganno esistenziale. Con la sua silloge, Marisa Riso vuole trasmettere al lettore un’intensa riflessione sulla condizione umana, caratterizzata da un profondo senso di malinconia, smarrimento e consapevolezza dell’inevitabilità del dolore.

E, anche al Salone del Libro, l’autrice - nata ad Altino (Chieti) - porterà il lettore in questo viaggio introspettivo, facendogli sentire la bellezza e la drammaticità dell’esistenza, opponendosi all’oblio con la forza della parola poetica. «Questo evento non è solo una fiera editoriale, ma un crocevia di idee, passioni e culture. Essendo la prima volta, l’emozione è ancora più grande: significa entrare in un ambiente ricco di stimoli, avere la possibilità di presentare il proprio lavoro a un pubblico vasto e attento, e scoprire nuove prospettive attraverso il dialogo con altri autori e lettori. Il Salone del Libro è un’esperienza speciale, una celebrazione della parola scritta che continua a ispirare e lasciare il segno».