Il Consiglio dei Ministri, che si è riunito per la prima volta giovedì dopo il giuramento al Quirinale, su proposta del nuovo ministro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, ha esaminato nove leggi regionali decidendo di impugnare la n. 9 dell'8/7/2019 della Regione Friuli Venezia Giulia, recante "Disposizioni multisettoriali per esigenze urgenti del territorio regionale", con le seguenti contestazioni:

"Alcune norme violano la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell'ambiente, di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione;talune disposizioni in materia di immigrazione appaiono discriminatorie, in contrasto con i principi di cui all'articolo 3 della Costituzione e in violazione della competenza esclusiva statale nella materia di cui all'articolo 117, secondo comma lettera b) della Costituzione;una previsione in materia di strutture di primo intervento sanitario risultano in contrasto con previsioni statali espressione della competenza in materia di livelli essenziali delle prestazioni e costituenti principi fondamentali in materi di tutela della salute, in violazione dell'articolo 117, secondo comma lettera m) e terzo comma della Costituzione;infine altre norme, riguardanti il rapporto di lavoro del personale regionale, invadono la materia dell'ordinamento civile, in violazione dell'articolo 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione, ponendosi altresì in contrasto con le disposizioni statali volte a costituire principi generali di coordinamento della finanza".

Naturalmente, l'ipersalviniano Fedriga, presidente della regione Friuli ed il suo capo o capitano che dir si voglia, Matteo Salvini, non l'hanno presa benissimo, dichiarando, rispettivamente, che il Governo Pd - Movimento 5 Stelle vorrebbe bloccare norme che tutelano i residenti e che con il primo Consiglio dei ministri, già sarebbero stati licenziati i primi interventi a favore degli "immigrati"... "Governo senza vergogna"!



Teoricamente, con il nuovo Governo non hanno nulla a che vedere la decisione di togliere il divieto di dimora a Mimmo Lucano che adesso può ritornare a vivere e ad abitare a Riace o quella di aprire un'indagine nei confronti di Salvini per le offese rivolte alla capitana, in quel caso reale, della Sea Watch, Carola Rackete. Invece, forse, qualcosa di più ha a che vedere con il governo un fatto di cronaca che è accaduto a Napoli, anche se ha avuto luogo il 30 agosto.

In quella data, Alexander Korshunov, direttore commerciale della russa United Engine Corporation (UEC), azienda che si occupa di produrre turbine per aerei civili e militari e che fa parte della galassia Rostec (una specie di IRI fondata da Putin), è stato arrestato all'aeroporto di Napoli su richiesta delle autorità statunitensi con l'accusa di spionaggio industriale.

Venerdì scorso, probabilmente, Salvini non era più al ministero e agli Esteri Moavero non ha avuto nulla da eccepire. Ma che il fatto non sia così irrilevante lo prova la dichiarazione odierna dello stesso Putin che ha ritenuto opportuno protestare per quanto accaduto. Forse già sente nostalgia del sovranista lombardo che, al grido di "prima gli italiani" era sempre così amorevolmente interessato alla Russia?


Tutto questo lo dobbiamo già catalogare come cambio di passo rispetto alle follie dei 14 mesi precedenti? Forse è esagerato. Però si può dire che sono comunque fortunate, opportune e piacevoli coincidenze. Ed è già un buon inizio per un'auspicata normalità.