Tutti sono al corrente dei crimini commessi dallo Stato ebraico di Israele ma la comunità internazionale non fa niente per impedirli
Il Segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, ieri - tramite il suo portavoce - si è detto "profondamente preoccupato per gli ultimi sviluppi nella Cisgiordania occupata, tra cui l'avvio da parte di Israele di operazioni militari su larga scala nei governatorati di Jenin, Tulkarem e Tubas, che hanno comportato l'uso di attacchi aerei, che hanno causato vittime e danni alle infrastrutture civili", condannando fermamente la perdita di vite umane, "comprese quelle dei bambini".
Il Segretario generale, oltre a chiedere l'immediata cessazione di queste operazioni, ha invitato Israele a "rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario e ad adottare misure per proteggere i civili e garantire la loro sicurezza", esortando le forze di sicurezza a "esercitare la massima moderazione e a fa ricorso all'uso letale della forza solo quando è strettamente inevitabile per proteggere la vita" e aggiungendo che "tutti i feriti devono avere accesso alle cure mediche e gli operatori umanitari devono essere in grado di raggiungere chiunque ne abbia bisogno".
Questi sviluppi pericolosi stanno alimentando una situazione già esplosiva nella Cisgiordania occupata e stanno ulteriormente indebolendo l'Autorità Nazionale Palestinese.
Il Segretario generale si è detto anche profondamente preoccupato per i recenti atti e le recenti dichiarazioni pericolose e provocatorie del ministro israeliano Ben Gvir presso i Luoghi Santi di Gerusalemme e ha sottolineato l'importanza di mantenere lo status quo di quei luoghi.
"In definitiva, solo la fine dell'occupazione e il ritorno a un processo politico reale che stabilisca una soluzione a due Stati porranno fine alla violenza. Le Nazioni Unite continueranno a lavorare con tutte le parti in causa per raggiungere questo obiettivo, per cercare una de-escalation della situazione attuale e promuovere la stabilità nella regione".
Parole di condanna in relazione a quanto sta accadendo in Cisgiordania e a Gerusalemme est anche dal commissario agli Esteri dell'Ue, Josep Borrell Fontelles, che nella riunione informale odierna al Consiglio Ue dei ministri degli Affari esteri proporrà che vengano concordate sanzioni da applicare nei confronti di alcuni ministri del governo Netanyahu.
Se l'Europa volesse realmente costringere Israele a fermare apartheid e genocidio di cui si sta da tempo rendendo responsabile, dovrebbe banalmente applicare sanzioni direttamente allo Stato ebraico e non ai suoi ministri, oltre al fatto che tali sanzioni a Ben Gvir, Smotrich, Katz e altri non saranno assolutamente applicate.
Pertanto, Israele continuerà a violare il diritto internazionale umanitario, sbandierando la cretinata di volersi difendere da chi lo vuole distruggere, proseguendo nel compiere indisturbato i suoi ormai infiniti e inenarrabili crimini, mentre il cosiddetto occidente democratico continuerà a pigolare invocando moderazione e continuando a ripetere, senza alcun senso, di essere favorevole ad una soluzione a due Stati.
E in conseguenza della certezza della propria impunità, Israele continuerà a fregarsene del diritto internazionale e a compiere i propri crimini... ovviamente con la complicità criminale di Stati Uniti, Europa e di tutti quegli Stati che dicono di essere amici e di supportare Israele.
Pertanto, anche giovedì, l'IDF continua l'assalto in Cisgiordania, in particolare nel campo profughi di Jenin, per proseguire nell'opera già annunciata dal ministro degli Esteri Katz di trasformare anche quel territorio palestinese in una seconda Gaza.
E per far sapere che cosa lo Stato ebraico sta facendo a Gaza, ce lo ricorda Emergency, da poco entrata nella Striscia con una sua equipe, facendo notare che a partire dal 12 agosto, l'area umanitaria dichiarata da Israele ad al-Mawasi si è ridotta dai 58,9 chilometri quadrati di inizio 2024 ai circa 46 chilometri quadrati attuali.
Secondo l'aggiornamento di OCHA della scorsa settimana, nella prima metà di agosto sono state negate dalle autorità israeliane sessantotto missioni umanitarie, circa un terzo delle missioni programmate a inizio mese.
"Ora che siamo riusciti a entrare a Gaza, stiamo cercando un’area dove costruire e aprire una clinica per fornire assistenza di base alla popolazione – fa sapere Emergency–. I bisogni sanitari sono enormi e gli ospedali locali che ancora sono operativi non riescono a gestirli tutti: oltre a non avere lo staff e i farmaci necessari, spesso sono sovraffollati perché – in mancanza di altre strutture – i malati si rivolgono agli ospedali anche per necessità che potrebbero essere trattate ambulatorialmente. La situazione nella Striscia è critica e la popolazione è allo stremo: oltre alla mancanza di servizi sanitari, pesano soprattutto la scarsità di acqua, di cibo e di abitazioni".
E invece di imporre sanzioni a uno Stato canaglia, lo Stato ebraico di Israele, l'occidente democratico difensore del diritto internazionale umanitario, gli fornisce armi e supporto di ogni tipo per continuare la carneficina in corso che ha per obiettivo - ormai innegabile tanto è evidente - quello della creazione di uno Stato che vada dal fiume (Giordano) al mare (Mediterraneo).