17 aprile, stabile l'andamento del contagio da Covid, in diminuzione la pressione sugli ospedali
Al 17 aprile, in Italia sono 172.434 i casi totali di contagio alla Covid-19, 3.493 in più rispetto alle ultime 24 ore. Le persone ad oggi positive sono invece 106.962, circa 400 in più rispetto a ieri.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 33.434 in Lombardia, 13.585 in Emilia-Romagna, 13.998 in Piemonte, 10.618 in Veneto, 6.583 in Toscana, 3.459 in Liguria, 3.157 nelle Marche, 4.214 nel Lazio, 3.027 in Campania, 1.990 nella Provincia autonoma di Trento, 2.656 in Puglia, 1.428 in Friuli Venezia Giulia, 2.139 in Sicilia, 1.942 in Abruzzo, 1.582 nella Provincia autonoma di Bolzano, 494 in Umbria, 872 in Sardegna, 819 in Calabria, 491 in Valle d'Aosta, 266 in Basilicata e 208 in Molise.
Le persone guarite sono 42.727. I pazienti ricoverati con sintomi sono 25.786, quelli in terapia intensiva 2.812, mentre 78.364 si trovano in isolamento domiciliare. In questo caso i numeri sono migliori, anche rispetto a quelli di giovedì, sebbene non accenni a diminuire il numero dei decessi. Oggi sono stati 575 i nuovi morti, con il totale che ha così raggiunto quota 22.745.
Nella conferenza stampa tenuta in mattinata, il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ha ricordato che "la curva del contagio è in fase decrescente a livello nazionale, anche se con intensità diverse di circolazione del virus nelle varie zone del Paese", con la Lombardia che continua ad essere la regione più colpita... mentre "il Veneto mantiene la stessa tendenza, così come l'Emilia Romagna. In altre regioni la circolazione del virus è più limitata".
Il tasso di letalità complessiva, ha ricordato Brusaferro, è del 12,6 per cento. L'Iss ha analizzato 1738 cartelle cliniche di soggetti deceduti con infezione confermata da SarsCoV2. L'età media dei decessi è di 80 anni (quella degli infetti è di 62 anni) e il sesso maschile è quello più colpito (quasi il 70 per cento dei decessi).
Nel corso della conferenza stampa, sono stati poi illustrati i dati del sondaggio promosso dall'Iss presso le Rsa su tutto il territorio nazionale.
Delle 3.276 Rsa (il 96 per cento del totale) contattate, distribuite in modo rappresentativo in tutto il territorio nazionale, hanno risposto finora 1082 strutture, pari al 33 per cento. Dal 1 febbraio al 15 aprile il numero di decessi totali, Covid-19 positivi (confermati da tampone) e con sintomi simi-influenzali sono quasi 7mila.
"La gran parte dei decessi è avvenuta nella seconda metà di marzo in corrispondenza col picco dell'infezione nel nostro Paese" ha sottolineato Graziano Onder, direttore del dipartimento Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell'Iss. "Questa è una criticità non solo italiana, ma che riguarda tutta Europa e il Nord America perché i residenti hanno una fragilità e una vulnerabilità che predispone ad avere gli effetti piu negativi legati all'infezione. Anche la condivisione di spazi sociali e di stanze in comune facilita il contagio" ha spiegato Onder.
Queste le principali criticità riscontrate nelle Rsa: l'impossibilità di eseguire tamponi, la difficoltà di isolare i casi positivi o sospetti, l'assenza di personale e la mancanza di dispositivi di protezione individuale.