Al Teatro Sala Umberto di Roma, Matteo Salvini ha riunito parlamentari e stato maggiore del partito (Giancarlo Giorgetti non era presente) per analizzare i risultati del voto delle amministrative e la linea politica da tenere su riforma delle pensioni e manovra fiscale.
Una registrazione audio delle parole di Salvini - chissà come, chissà perché - è finita alla redazione de Il Foglio che, giustamente, l'ha pubblicata. Due i passaggi che sono stati ritenuti "interessanti" e riguardano il risultato elettorale:
“È ovvio che noi abbiamo un centrodestra al governo e uno all'opposizione. Però c'è modo e modo di stare all'opposizione. Si può concordare una quota comprensibile di rotture di coglioni, che però vada a minare il campo Pd e 5 stelle e non fatta scientemente per mettere in difficoltà la Lega e il centrodestra”.“Aritmeticamente, uno potrebbe dire che abbiamo 64 sindaci in più. Ma quando perdi con ignominia, con trenta punti di distacco in alcune grandi città, c’è poco da festeggiare. Sicuramente la divisione del centrodestra in due o tre pezzi non aiuta. Con tutto l’affetto per le comunali di Milano o di Genova, e per le regionali in Sicilia, la mia azione, la mia visione è calibrata sul 2023-2028”.
La prima affermazione riguarda Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni, la seconda riguarda lo stesso Salvini, perché dice l'esatto contrario di ciò che il segretario della Lega dichiara in pubblico per giustificare la disfatta elettorale del centrodestra.
A questo punto le considerazioni sono d'obbligo e appaiono evidenti a tutti e dicono che la "visione" di Salvini calibrata sul 2023-2028 appare alquanto utopistica, mentre per lui sarebbe più realistica una visione di qualche settimana... massimo qualche mese.
Se qualcuno all'interno del tuo partito fa circolare delle informazioni che dovrebbero rimanere riservate per metterti in imbarazzo è un chiaro segnale di allarme che, in quel partito, vi sono persone che non ti ritengono in grado di guidarlo. L'unico aspetto che resta da determinare, pertanto, è quante siano queste persone.
E se la Lega di Salvini Premier facesse fuori (poiticamente) Salvini, con chi lo dovrebbe poi rimpiazzare e quale sarebbe il suo orizzonte politico?
Zaia e Giorgetti sono, direttamente o indirettamente, i candidati che vengono indicati come i più credibili per sostituire il "capitano" che adesso è diventato un re Mida al contrario, trasformando in ferro qualsiasi oggetto d'oro con cui venga a contatto. La nuova Lega, più aziendalista e europeista ritroverebbe un forte appoggio nel lombardo-veneto e, insieme a Forza Italia, diventerebbe la casa perfetta per i partitini di centro di Calenda e Renzi... senza dimenticare quello della Bonino.
Insomma, si formerebbe una nuova aggregazione politica che verrebbe spacciata come una sorta di PPE in salsa italica di cui, naturalmente, non potrebbe far parte Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni.
Che questo sia ciò a cui si sta mirando in quello che già adesso possiamo classificare come l'ex centrodestra appare evidente anche dalle dichiarazioni di parlamentari e ministri di Forza Italia che spingono perché Berlusconi avvii ufficialmente tale processo.
Gelmini, Brunetta e Carfagna parlano apertamente di malcontento diffuso all'interno con Brunetta che, in un’intervista a Repubblica, auspica una nuova coalizione a sostegno di Draghi, con forze che guardino ai tre poli europei... socialista, liberale e popolare, definendo l'attuale coalizione di centrodestra "inevitabilmente perdente".