"Cari cittadini di Israele, buonasera.Lo Stato di Israele, tramite l'IDF e l'ISA [Israel Securities Agency, ndr], ha attaccato oggi un obiettivo a Gaza con l'intento di eliminare Muhammad Deif e il suo vice Rafa'a Salameh. Sebbene non vi sia ancora la certezza assoluta che siano stati eliminati, vorrei assicurarvi che in un modo o nell'altro, raggiungeremo l'intera leadership di Hamas.Muhammad Deif è un arci-assassino, il capo di stato maggiore di Hamas, il numero 2 nella catena di comando. È stato Deif a pianificare e guidare il massacro del 7 ottobre e molti altri attacchi terroristici. Le sue mani sono intrise del sangue di molti israeliani.A mezzanotte di ieri sera, quando il direttore dell'ISA mi ha presentato i dettagli dell'operazione, ho voluto sapere tre cose: prima di tutto, volevo sapere che, secondo l'intelligence, non c'erano ostaggi nei paraggi. Secondo, volevo sapere la portata dei danni collaterali. Terzo, ho chiesto che tipo di munizioni.Quando ho ricevuto risposte soddisfacenti, ho approvato l'azione e ho detto: "Che sia un grande successo". Questo successo libererà il Medio Oriente e il mondo intero da questi arci-assassini.Questa e altre opportunità sono rese possibili da un eccellente lavoro di intelligence e operazioni. Sono rese possibili anche per un altro motivo: perché abbiamo respinto la grande pressione interna ed esterna per porre fine alla guerra prima di aver raggiunto tutti i suoi obiettivi.All'inizio della guerra, ho stabilito una regola: gli assassini di Hamas sono uomini morti che camminano, dal primo all'ultimo. Faremo i conti con loro. L'eliminazione dei leader senior di Hamas favorisce il raggiungimento di tutti i nostri obiettivi: l'eliminazione di Hamas, il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la rimozione di future minacce da Gaza contro Israele. Favorisce anche i nostri obiettivi riguardo ad altri settori perché invia un messaggio deterrente a tutti i proxy dell'Iran, e all'Iran stesso.Cittadini di Israele, dal 7 ottobre Israele ha dovuto affrontare una minaccia esistenziale: non solo la minaccia nucleare iraniana, che certamente esiste e siamo determinati a fare tutto il possibile per impedire all'Iran di dotarsi di armi nucleari, ma anche un'ulteriore minaccia. L'Iran cerca di strangolarci in una morsa di terrorismo e fuoco missilistico, da Hezbollah, Hamas, gli Houthi, le milizie in Siria, le milizie in Iraq e da altri settori.La vittoria su Hamas è una prima e necessaria condizione per la vittoria sull'asse iraniano, sull'intero asse del male. Pertanto, non dobbiamo rinunciare alla vittoria.Molti di voi si chiedono: "Allora quando finirà questa guerra?" e la mia risposta è chiara e inequivocabile: "Finirà solo quando raggiungeremo tutti i suoi obiettivi, e non un momento prima". Vittoria non è una parola vuota. La vittoria sarà raggiunta quando elimineremo le capacità militari e di governo di Hamas, riporteremo a casa tutti i nostri ostaggi, assicureremo che Gaza non costituirà mai più una minaccia per Israele e riporteremo i nostri residenti nel sud e nel nord in sicurezza alle loro case. Questa è una vittoria totale. Questa è la vittoria che ripristinerà la deterrenza israeliana e renderà chiaro a tutti i nostri nemici che il prezzo per averci fatto del male sarà insopportabile per loro.Nelle ultime settimane abbiamo individuato delle crepe evidenti in Hamas sotto la potenza dei colpi che gli stiamo infliggendo. Vediamo dei cambiamenti. Vediamo debolezza. Anche l'operazione di oggi contribuisce a questo, qualunque siano i suoi risultati. I comandanti di Hamas si nascondono nei tunnel sotterranei e sono tagliati fuori dalle loro forze sul campo. La popolazione di Gaza comprende sempre di più la portata del disastro che Hamas le ha inflitto, che molti di loro hanno sostenuto. Oggi ho sentito un abitante di Gaza dire su Internet: "Cosa ci stanno facendo? Si nascondono vicino ad al-Mawasi, vicino alla popolazione civile". Ecco come opera la loro leadership.C'è un cambiamento. Continueremo a colpire i terroristi con una potenza senza precedenti finché non saranno completamente sconfitti. Le nostre forze stanno avanzando con determinazione in tutta Gaza, a Rafah, Khan Yunis, Shejaiya e nel Corridoio di Filadelfia. Stiamo raggiungendo ogni luogo da cui i terroristi sono partiti il 7 ottobre. Li raggiungeremo. Stiamo combattendo e vinceremo.Cittadini di Israele, 120 dei nostri fratelli e sorelle sono ancora tenuti in ostaggio da Hamas. Sono la nostra preoccupazione principale sempre e in ogni decisione che prendiamo. Abbiamo un impegno morale a riportarli tutti a casa. Finora, abbiamo restituito 135 ostaggi grazie a una combinazione di pressione militare e una determinata posizione diplomatica. Solo continuando questa doppia pressione otterremo il rilascio degli ostaggi rimanenti.Ora vorrei chiarire una cosa e contraddice gli infiniti briefing di fonti anonime. Dico questo: non mi muoverò di un millimetro dallo schema che il presidente degli Stati Uniti Biden ha accolto con favore. Non aggiungerò condizioni e non le toglierò. Ma dovete sapere che non lascerò che Hamas si muova di un millimetro da esso Hamas ha cercato di aggiungere 29 modifiche allo schema. Ho detto sia al team negoziale che agli americani: Nemmeno una modifica.E nel quadro di questo schema, che il Presidente Biden ha accolto con favore, ho insistito su quattro condizioni di base, che esistono nello schema: Primo, insisto sul nostro diritto di continuare la guerra finché tutti i nostri obiettivi non saranno stati raggiunti. Secondo, insisto nel prevenire il contrabbando di armi ad Hamas attraverso l'Egitto. Ciò richiede il nostro continuo controllo del Corridoio di Filadelfia e del valico di Rafah. Terzo, insisto nel prevenire il ritorno di terroristi armati e materiale bellico nella Striscia di Gaza settentrionale. Quarto, insisto che restituiamo quanti più ostaggi vivi possibile nella prima fase dello schema.Mi rivolgo a voi, famiglie dei cari ostaggi: so quanto soffrite per l'incertezza, ma vorrei dirvi una cosa certa: non rinunceremo a nessuno e faremo di tutto per restituirli tutti. Se rimaniamo fermi su questi principi, raggiungeremo un accordo che libererà gli ostaggi, vivi e deceduti, e ci consentirà di continuare la guerra fino alla vittoria.Anche sul fronte settentrionale, la nostra posizione è chiara: chiunque ci attacchi, ne pagherà il prezzo. Mi rivolgo ai nostri cari residenti del nord: sono consapevole delle grandi difficoltà che state affrontando. Apprezzo e stimo la vostra ferma posizione. Non siamo preparati ad accettare la situazione che si è creata nel nord. Ci impegneremo per farvi tornare a casa in piena sicurezza in un modo o nell'altro. Siamo impegnati e determinati a cambiare la realtà della sicurezza nel nord non solo per pochi giorni o mesi, ma per generazioni, e questo è ciò che faremo.Cittadini di Israele, questa guerra ci ha fatto pagare un prezzo elevato. C'è ancora molta strada da fare per arrivare alla vittoria. Ci attendono altri giorni di combattimenti e difficoltà. Ma vi prometto: con unità, determinazione e fede nella giustizia della nostra causa, combatteremo e, con l'aiuto di Dio, vinceremo anche noi".
Quanto sopra riportato è la trascrizione, per intero, di quanto sabato sera il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato in una conferenza stampa a Tel Aviv.
Riepilogando, il premier israeliano ha ritenuto che ammazzare 90 persone (ferendone circa 300) in un'area che Israele aveva indicato ai palestinesi prigionieri nella Striscia come luogo sicuro per rifugiarsi sia una cosa del tutto normale e dovuta, soprattutto se tale operazione avesse avuto come obiettivo l'assassinio di due esponenti di primo piano di Hamas.
Come possa esser definita democrazia uno Stato il cui premier fa affermazioni simili è un mistero che va al di là di qualsiasi spiegazione logica, in base al diritto internazionale. Evidentemente, il diritto internazionale per Israele non conta e a Israele non deve essere applicato.
Infatti, nessuno degli Stati democratici che si scapicollano per dimostrare il loro supporto a Kiev, lanciando dichiarazioni di fuoco per ogni atto criminale compiuto da Mosca, finora ha pensato di fare altrettanto nei confronti degli omicidi compiuti ieri dal "morale" Stato ebraico.
Un silenzio assordante anche da Washington, con il confusissimo Biden che non ha rilasciato neppure un sospiro su quanto accaduto. Va ricordato che Biden aveva detto che Rafah rappresentava per lui una linea rossa che Israele non avrebbe dovuto superare. Ebbene, i palestinesi assassinati ieri ad al-Mawasi erano rifugiati evacuati da Rafah. Affetto da gravi deficit mentali, Biden deve aver già dimenticato quanto aveva dichiarato in precedenza.
Naturalmente, della debolezza del presidente Usa Netanyahu se ne approfitta eccome, tanto che gli attacchi nella Striscia di ieri, che tra nord e sud hanno causato 141 morti e 400 feriti, sono stati compiuti soprattutto con l'intento di evitare di raggiungere un qualsiasi accordo per il cessate il fuoco.
Quasi sicuramente, questo era l'intento del massacro di al-Mawasi. Mentre fino a 24 ore fa a Doha e al Cairo si stava discutendo di come attuare sul campo i principi di intesa faticosamente raggiunti dai negoziatori sul cessate il fuoco nella Striscia, dopo la strage di ieri Hamas ha congelato i negoziati, denunciando la volontà politica di Israele di procrastinare e mettere ostacoli al dialogo per continuare a commettere massacri contro i civili inermi.
La stessa fonte ha poi aggiunto che il comandante Muhammad Al-Deif sta bene e sta supervisionando direttamente le operazioni di Al-Qassam e della resistenza.
Questo annuncio arriva poco dopo che funzionari di Hamas avrebbero confermato l'assassinio di Rafie Salama, comandante della Brigata Khan Yunis, affiliata ad Hamas.
L'ultimo bilancio delle vittime palestinesi dal 7 ottobre è di 38.584 morti, di 88.881 feriti e di circa 10mila dispersi.
Aggiornamento.
Izzat El-Reshiq, membro dell'ufficio politico di Hamas, dopo aver accusato Israele di cercare di ostacolare gli sforzi dei mediatori per raggiungere un accordo di cessate il fuoco intensificando gli attacchi nell'enclave, ha affermato che il gruppo islamista non ha abbandonato i colloqui per il cessate il fuoco a Gaza. (fonte Reuters)
Questa domenica si registra un nuovo attacco israeliano contro una scuola gestita dalle Nazioni Unite nel campo profughi di Nuseirat, a seguito del quale sono rimasti uccisi 15 palestinesi, mentre decine sono i feriti.