Lunedì mattina, la premier Meloni era "in presenza" all'assemblea generale di Assolombarda, associazione delle imprese che operano nelle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza, Pavia, che per dimensioni e rappresentatività, è l'associazione più importante di tutta Confindustria, in rappresentanza di 6.900 imprese di ogni dimensione, nazionali e internazionali, produttrici di beni e servizi in tutti i settori merceologici, con circa 425mila addetti.
Ecco che cosa ha detto Giorgia Meloni.
Sul Pil: "L'Italia ha mostrato una ripresa post-Covid che ci consegna una economia in crescita oltre le aspettative, con la stima di una previsione al rialzo a +1,2% nel 2023, una crescita superiore alla media Ue, superiore alle principali economie continentali, 0,7% per la Francia, 0,2 quando va bene per la Germania: stiamo dimostrando una affidabilità maggiore rispetto al resto dell'Eurozona".
Sul Pnrr: "Al tema della flessibilità, io non posso non legare quello del Pnrr. Il Pnrr è una grande occasione. Come ogni grande occasione, ha bisogno che remiamo tutti nella stessa direzione. Il Piano non è stato scritto né negoziato dall'attuale governo, ma noi oggi lavoriamo senza sosta per mettere a terra tutte le risorse nei tempi necessari. È un Piano che ha bisogno di correttivi, ma è soprattutto un Piano che ha bisogno di grande impegno da parte di tutti. E mi dispiace che anche il Pnrr in Italia sia diventato terreno di scontro, perché qui è in gioco la modernizzazione dell'Italia e la sua credibilità a livello internazionale. Mi dispiace che anche qui ci sia qualcuno che tifa perché si fallisca come se non fosse interesse di tutti riuscire.Ma io voglio assicurarvi che quei soldi li metteremo a terra, costi quel che costi. Modificheremo le parti che non vanno bene, privilegeremo i progetti che hanno un profilo strategico, contratteremo con la Commissione europa ciò che è necessario contrattare, faremo le norme necessarie a superare le lungaggini e le difficoltà degli enti locali. Faremo ciò che va fatto e metteremo tutti ai remi. E se qualcuno vuole rimanere a guardare, vorrà dire che, quando avremo terminato, avrà imparato una lezione".
Sull'Italia: "Il contributo del mondo imprenditoriale è importante per realizzare i progetti su cui stiamo lavorando. Il vostro contributo, le vostre idee, le vostre proposte. Su questo e su molto altro possiamo e dobbiamo lavorare insieme e, probabilmente, non sempre saremo d'accordo su tutto. Ma io che una cosa la vediamo allo stesso modo, e cioè che questa nazione si può salvare, che questa nazione può ancora stupire. Che questa nazione può ancora dimostrare al mondo quanto vale. Perché, sì, abbiamo mille difficoltà, ma siamo sempre l'Italia. Siamo sempre la nave più bella del mondo. Saremo sempre la nave più bella del mondo. Il nostro scafo può avere qualche danno ma è sicuro. Non dobbiamo temere alcun tipo di onda indipendentemente da quanto alta possa essere, perché siamo l'Italia".
lndirettamente, a margine del convegno Inflazione e salari: quali politiche? che si è tenuto alla Scuola di Economia e Studi Aziendali dell'Università Roma Tre, a Roma, così le ha risposto il presidente de Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte:
"Abbiamo lanciato un appello alla premier Meloni sul Pnrr, ormai tre mesi fa, ma non ci ha mai risposto. Oggi continua ad andare in Europa ma non riesce a sbloccare la situazione perché è in completa difficoltà. Dice che dovremmo essere come un solo uomo, ma noi dovremmo essere come una sola nazione, come un solo Paese. Il vero problema è che dovrebbe mettere le carte sul tavolo, accettare la nostra offerta di collaborazione e poi, forse, potremmo iniziare a capire dove mettere mano".
Allo stesso evento partecipava anche il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri che, invece, ha espresso un giudizio sul salario minimo:
"I contratti firmati da Cgil, Cisl e Uil sono sopra la soglia dei 9 euro l'ora, ma c'è un problema relativo ai contratti pirata firmati anche da quei sindacati gialli che spesso il governo chiama a quel tavolo e che dialogano molto bene con Sbarra (Cisl), quindi credo ci sia un problema di questa natura. La perdita di potere d'acquisto ha colpito lavoratori dipendenti e pensionati. Bisogna fare di più, si deve intervenire sul cuneo fiscale, aiutando il rinnovo dei contratti, detassando la contrattazione di secondo livello. Aspettiamo di capire cosa vorrà fare il governo".
Era presente anche Maurizio Landini, segretario della Cgil: "Oggi è il momento di ragionare su una legge che anche nel nostro Paese introduca il salario minimo e bisogna farlo tenendo conto che in Italia c’è una contrattazione collettiva molto importante. Bisogna fare anche una legge che dia validità generale ai contratti nazionali di lavoro, in modo che diventino vincolo di legge, dalla paga oraria a tutti gli altri diritti contenuti dentro i contratti: le ferie, la malattia, gli infortuni e le maggiorazioni e questo per noi deve valere per tutte le forme di lavoro: siano lavoratori subordinati o lavoratori autonomi a partita Iva devono avere gli stessi diritti e le stesse tutele. Questo per noi è l'obiettivo che deve essere messo in campo sul piano legislativo perché questo è il modo per rafforzare davvero la contrattazione".
Anche il Partito democratico, con Arturo Scotto, ha riassunto molto semplicemente come affrontare il salario minimo:
"La nostra proposta sul salario minimo è molto semplice: sotto i 9 euro l'ora non si può lavorare, altrimenti è sfruttamento. Il governo Meloni ci risponda su questo punto".
Ma Meloni, tutta "chiacchiere e distintivo", non può rispondere nel merito, limitandosi ad inveire preventivamente, con la "vocina" con cui veniva fatta parlare Linda Blair nell'Esorcista, che tutto quel che farà è buono e giusto. Ed il verbo coniugato al futuro non è un errore, perché, come dimostra il Pnrr, lei e il suo governo non sono capaci di nulla. Sono mesi che deve presentare un piano modificato all'Europa e non lo ha fatto. E, ancor peggio, non è stata neppure in grado di presentare uno straccio di proposta in Parlamento... nonostante ciò va in giro a dire che c'è chi rema contro e sta a guardare.
Una dichiarazione ridicola e paradossale... una delle tante.