La Casa non si tocca, lo slogan che lunedì ha accompagnato la manifestazione, che si è tenuta nei pressi del Campidoglio, contro lo sfratto che incombe sulla Casa delle donne.
Un vero e proprio assedio, che ha visto in piazza politici, attrici, scrittici... tutti contro l’amministrazione comunale che ha messo un bando sul progetto con cui, di fatto, non si vuole chiudere la struttura, ma che avrà come conseguenza avrà quella di allontanare chi quella casa l'ha pensata e voluta, così ha spiegato l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, anch'ella presente in piazza.
Ad oggi, al suo interno, operano 30 associazioni che rischiano di vedere sfumare le loro iniziative. E tuitto questo accade proprio a Roma che per sindaco ha una donna, che finirà per smantellare un luogo che è un punto d’incontro dove si studia, si parla, ci si confida, ci si aggrega, si ricevono e si danno servizi a livello Internazionale... Come si può pensare di fermare tutto ciò, quando invece andrebbe incrementato?
Le attività che svolge la struttura sono molte: consulenze psicologiche, mediche, ginecologiche, progetti di orientamento al lavoro, iniziative culturali, oltre alla cura di una biblioteca sul femminismo messa a disposizione degli studenti.
Tutto questo ha un costo: 700mila euro di debiti che l’amministrazione Marino era disposta a saldare. Una soluzione, in un primo momento, condivisa anche dalla giunta Raggi, ma di fatto così non è stato.
Anche se non se ne comprende il perché? In fondo, la Casa delle donne è un luogo a disposizione di tutti. La politica dovrebbe entrare in gioco per salvaguardare quello che di buono esiste, non per lasciarlo morire.
Le associazioni che da sole riescono ad autofinanziarsi sono poche, per questo è necessario coinvolgere e sensibilizare la pubblica opinione, non solo i romani, suciò che sta accadendo.
Di tutt'altro avviso il punto di vista della Sindaca di Roma, Virginia Raggi, la cui posizione è riassunta in un post da lei stessa pubblicato sul proprio accoutn Facebook e riportato di seguito.