La mozione presentata questo mercoledì alla Camera da Pd, Avs e M5s in relazione a quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza chiedeva al Governo di impegnarsi su questi punti:

  1. riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele, con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo, al fine di preservare nell'ambito del rilancio del processo di pace la prospettiva dei «due popoli, due Stati»;

  2. promuovere – forte dell'impegno assunto nel 2014 dal Parlamento europeo – il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell'Unione europea, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele;

  3. sostenere, in tutte le sedi internazionali e multilaterali, ogni iniziativa volta a esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, la protezione della popolazione civile di Gaza e la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all'interno della Striscia, il rispetto della tregua in Libano scongiurando il rischio di futuri attacchi da parte di Hezbollah, il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario;

  4. intraprendere con urgenza, nelle opportune sedi internazionali ed europee, ogni iniziativa utile volta all'immediata interruzione, nonché alla ferma condanna del Piano «Carri di Gedeone», atto finale mirato a concludere un progetto di annientamento sistematico di una popolazione martoriata dal conflitto in atto nella Striscia di Gaza;

  5. sostenere il cosiddetto «Piano arabo» per la ricostruzione e la futura amministrazione di Gaza, anche alla luce del favore di larga parte della comunità internazionale, assicurando il pieno coinvolgimento delle forze democratiche e della società civile palestinese, respingendo e condannando qualsiasi piano di espulsione dei palestinesi da Gaza e Cisgiordania;

  6. sospendere urgentemente, ove in essere, le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele concesse anteriormente alla dichiarazione dello stato di guerra dell'8 ottobre 2023, al fine di scongiurare che tali armamenti possano essere utilizzati per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, nonché a sostenere e farsi promotore, a livello europeo con gli altri Stati membri, di opportune iniziative volte alla totale sospensione della vendita, della cessione e del trasferimento di armamenti allo Stato di Israele, nel rispetto della posizione comune (2008/944/Pesc) sulle esportazioni di armi e del Trattato sul commercio di armi (Att) dell'Onu, come richiesto dalla risoluzione approvata il 5 aprile 2024, dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite;

  7. provvedere all'immediata sospensione dell'importazione degli armamenti dallo Stato di Israele, anche in considerazione dei dati emersi dalla relazione dell'anno 2025, trasmessa alle Camere (di cui all'articolo 5, comma 1, della legge 9 luglio 1990, n. 185);

  8. sostenere in sede europea l'adozione di sanzioni nei confronti del Governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e nei confronti dei coloni responsabili delle violenze in Cisgiordania;

  9. a esigere la tutela dell'incolumità della popolazione civile della Cisgiordania, richiedendo che lo Stato di Israele cessi ogni operazione militare, l'occupazione militare illegale di tali territori e l'illegale creazione e sostegno di insediamenti israeliani;

  10. proporre azioni efficaci contro le violazioni del diritto internazionale e umanitario da parte del Governo di Israele, inclusa la sospensione dell'accordo di associazione Unione europea-Israele, per le ripetute violazioni dell'articolo 2 del suddetto accordo da parte del Governo israeliano e la violazione delle fondamentali regole dello Stato di diritto in atto, come denunciato dalle forze di opposizione israeliane;

  11. dare piena attuazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale, in linea con la normativa italiana di adeguamento allo Statuto di Roma e in virtù del previsto obbligo di cooperazione da parte degli Stati membri, senza improprie considerazioni politiche che minerebbero il principio fondante per cui la legge, anche internazionale, è uguale per tutti;

  12. sostenere, in tutti i consessi europei ed internazionali, la legittimità della Corte penale internazionale, mettere in atto ogni iniziativa politica e diplomatica per scongiurare attacchi alla sua operatività e ribadire la necessità della Corte come strumento cardine della giustizia internazionale.
    (1-00432) (Nuova formulazione) «Bonelli, Conte, Schlein, Fratoianni, Zanella, Riccardo Ricciardi, Braga».


Che cosa ha fatto il governo della "madre cristiana" Giorgia Meloni, che segue l'esempio dei "vicari di Cristo" che si alternano in Vaticano? Ha votato contro!

Così la dem Laura Boldrini ha commentato l'ennesima vergogna di un governo (post) fascista che alle numerose nefandezze di cui si è reso protagonista ha aggiunto anche quella relativa alla complicità nei crimini di apartheid e genocidio dello Stato ebraico di Israele:

"Abbiamo chiesto alla maggioranza di prendere posizione, di non essere complice, di dire basta al massacro del popolo palestinese. Abbiamo chiesto di non portare l'Italia dalla parte sbagliata della storia perché è vergognoso che il nostro governo si sia opposto alla revisione dell'accordo di Associazione tra Ue e Israele voluto da 17 paesi dell'Ue.Ed è vergognoso che ieri in Commissione difesa sia stato approvato, con i voti della maggioranza, l'acquisto di tecnologia militare da Israele mentre a Gaza si compiono crimini di guerra e contro l'umanità.Ma la maggioranza ha votato contro la mozione unitaria di Pd, M5S e Avs che conteneva 12 misure concrete per fermare Netanyahu e il suo progetto criminale di deportazione di 2 milioni e mezzo di persone, di sterminio e di invasione totale della Striscia.Hanno scelto di essere complici dell'orrore. Ma l'Italia siamo anche noi e i milioni di persone che non ci stanno. Continueremo a dirlo ovunque: nelle piazze, nelle aule parlamentari, nelle assemblee".