La protesta per sabato 17 novembre dei "gilets jaunes" (i giubbini fluorescenti da indossare nel caso l'auto si fermi per un guasto ai lati della carreggiata) è nata quasi per caso da due camionisti della regione Seine-et-Marne, che hanno proposto su Facebook un evento dal titolo "Blocco nazionale contro l'aumento del carburante".

Altri utenti lo hanno condiviso e così è divenuto popolare sui social e ha presto raccolto l'interesse di 200mila persone. È stata una protesta che ha raccolto molti consensi in tutto il Paese con gruppi di persone che, indossando un gilet giallo, hanno bloccato il traffico in molti punti nevralgici (autostrade, aeroporti, tunnel) in tutta la Francia, tanto da costringere il Governo a far intervenire le forze dell'ordine, anche in maniera molto decisa.

Il perché della protesta? L'aumento del prezzo della benzina. Dopo che  è cresciuto costantemente nell'ultimo anno (ma adesso il prezzo del greggio è in calo e pertanto dovrebbe diminuire), per il 2019 Macron ha decretato nuove accise sui carburanti per "invitare" i francesi a cambiar auto scegliendo l'elettrica, aumentando di 6,5 centesimi al litro il prezzo del gasolio e di 2,9 centesimi quello della benzina. Il carburante, in Francia, costa comunque meno che in Italia (a fine ottobre il prezzo di un litro di benzina era di 1,51 euro). 

Ma la manifestazione odierna va letta non solo come protesta contro l'aumento del prezzo della benzina, ma anche contro le politiche di Macron  - adesso etichettato come il presidente dei ricchi - che hanno inciso negativamente sul potere d'acquisto di molti francesi.

Secondo i dati ufficiali forniti dal ministro dell'Interno francese, Christophe Castaner, le persone in gilet giallo che hanno deciso di protestare sono state 244mila in tutta la Francia, suddivise in 274 eventi. Una persona è morta, 106 quelle rimaste ferite, di cui 5 in modo grave. Le forze dell'ordine hanno effettuato 52 arresti. A Parigi, 1.200 persone riunite in place de la Concorde hanno continuato a manifestare fino a sera inoltrata.

La protesta non è nata né con l'appoggio dei partiti, né con quello dei sindacati. In ogni caso, visto il successo, è stata applaudita dalla destra "sovranista" di Fabien Buhler e Marine Le Pen che hanno espresso pubblicamente il loro sostegno ai manifestanti, anche se non bisogna dimenticare che pure Jean-Luc Mélenchon, le cui posizioni sono "leggermente" più a sinistra dei due politici sopra menzionati, è sceso in piazza intonando la Marsigliese davanti alla sede dell'Assemblea Nazionale.