Per il segretario del PD, Matteo Renzi, "la priorità sono gli italiani. Rispettiamo tutti ma non ci facciamo prendere in giro da nessuno. Se qualcuno pensa di avere soluzioni migliori di quelle attualmente in discussione, lo dica: abbiamo tutto da imparare. Le proposte però devono avere i voti in Parlamento. Altrimenti sono solo parole in libertà."

Per chiarire il significato reale delle parole di Renzi, come sempre, è necessario far ricorso ad una interpretazione che le possa rendere comprensibili anche nell'italiano di uso corrente. Quindi, nell'affermare una cosa e l'esatto suo opposto, l'interpretazione logica delle parole del segretario PD è che qualsiasi modifica possa essere fatta alla legge elettorale, questa non verrà giudicata in funzione di quanto possa essere giusta, utile e logica, ma in base a quanto possa incontrare gli interessi del PD e, quindi, quelli dello stesso Renzi.

Ma perché questa precisazione che meglio potrebbe essere indicata come avvertimento? Perché, banalmente, il Movimento 5 Stelle, tramite il padre padrone Grillo, ha anticipato che nel dibattito in aula cercherà di correggere la legge elettorale partorita in Commissione il più possibile simile ad un sistema che possa ricalcare realmente quello tedesco.

"Oggi sono iniziate alla Camera le votazioni. Come già fatto in commissione - scrive Grillo - anche in Aula cercheremo in tutti i modi di ottenere nuovi miglioramenti, come il voto disgiunto, le preferenze e i correttivi di governabilità.

Non sappiamo se ce la faremo perché non dipende solo da noi. Abbiamo già ottenuto importanti risultati come la cancellazione delle pluricandidature e dei capilista bloccati. Il testo di legge che uscirà dal voto degli emendamenti di questi giorni sarà ratificato dai nostri iscritti con una consultazione online che si terrà prima del voto finale del provvedimento, che dovrebbe essere previsto lunedì, nei giorni di sabato e domenica."

Le modifiche a cui i 5 Stelle aspirano sono il voto disgiunto tra uninominale e proporzionale e la possibilità di indicare la preferenza anche nella scheda proporzionale, oltre ad un ipotetico premio di maggioranza. Visto che il PD dice di aspirare al modello tedesco e alla governabilità, tali aggiustamenti sarebbero auspicabili e di buon senso, favorendo persino una ripartizione dei seggi verso un unico partito in modo che possa riuscire a governare.

Ma a Matteo Renzi questo non interessa. Dato che ciò che dice e scrive è sempre l'esatto opposto di ciò a cui aspira, il segretario del PD non ha alcuna intenzione di migliorare la legge per come è venuta fuori dalla Commissione, poiché così come è adesso a lui garantisce il controllo dei parlamentari da nominare e la possibilità di creare un governo insieme a Berlusconi: il sogno di una vita!

Gli iscritti dei 5 Stelle decideranno sul blog se il testo che verrà votato alla Camera corrisponderà o meno alle loro preferenze. In ogni caso, sarà comunque un parere relativo, perché il PD alla Camera ha la maggioranza dei seggi ed al Senato i voti di Forza Italia e Lega sarebbero decisivi.