Ma povero Bobo. Lunedì ha dichiarato, tra il gemente e il piangente, che non si ricandiderà alla presidenza della Regione Lombardia per un secondo mandato, adducendo vaghe ragioni personali, ma aggiungendo che non abbandonerà la politica, tanto da dire che un Di Maio premier sarebbe una jattura, paragonandolo ad una Raggi al cubo.

Il Bobo in questione, naturalmente, è Roberto Maroni. Il suo addio alla Regione, nonostante fosse stato vagamente annunciato, ha fatto comunque scalpore. E, come accade in questi casi, sono subito fioccate le ipotesi sul perché di tale scelta.

I maligni hanno spiegato la decisione richiamando la scure della Severino che si agiterebbe sul suo futuro perché imputato a Milano in relazione a presunte pressioni illecite per far ottenere un lavoro e un viaggio a Tokyo, spesato da Expo, a due sue ex collaboratrici. Per evitare di doversi dimettere in caso di condanna già in primo grado, Maroni avrebbe preferito farsi da parte.

Un'ipotesi razionale e plausibile che però parrebbe smentita dalle dichiarazioni, seppur molto sfumate, dello stesso Maroni che facevano intendere un suo futuro incarico a Roma, da tecnico, nel prossimo Governo, nel caso il centrodestra riesca a formarlo.

Inviso a Salvini, Maroni sembrava avere il profilo del leghista accettato e accettabile da Silvio Berlusconi, considerate anche le passate esperienze.

Ma le dichiarazioni odierne, in due diverse interviste radiofoniche, sia di Salvini che di Berlusconi non fanno ritenere plausibile neppure questa ipotesi. Intervistato da Giannino e Telese su Radio 24, il segretario della Lega, su Maroni, ha detto: «Se lasci il tuo incarico in Regione Lombardia che vale molto di più di tanti ministeri, evidentemente in politica non puoi più fare altro.

Mi pare addirittura ovvio: la Lombardia è il terzo motore d’Europa, conta più di 10 milioni di abitanti, è la capitale italiana dell’impresa, dell’innovazione, della ricerca. Quindi è chiaro che se sei soddisfatto e ti senti arrivato per quello che hai fatto, evidentemente non puoi fare altro.»

E, sorprendentemente, anche Silvio Berlusconi, seppur con parole diverse, è sulla stessa linea. Intervistato nella trasmissione di Radio Capital Circo Massimo, condotta da Massimo Giannini, l'ex cavaliere ha escluso, «nella maniera più assoluta» la possibilità che Maroni approdi a Roma: «Se ha questi motivi personali, queste ragioni familiari che lo hanno spinto a scegliere di non candidarsi nella sua regione, è assolutamente impensabile che si possano ipotizzare per lui dei ruoli politici e tantomeno [dei ruoli] nel governo futuro.»

E così, almeno in teoria, in futuro dovremo dimenticarci di Bobo Maroni, almeno come personaggio politico. Sarà veramente così?