Marangon: “Il Napoli è favorito se gioca come sa. Purtroppo la squadra che ha vinto lo scudetto non c’è più”

Luciano Marangon parla a Marte Sport Live: “L’Atalanta negli ultimi anni ha espresso un calcio interessante, importante. E’ ovvio che in questa gara tifo per il Napoli e spero che possa vincere. Domani per me è solo la prima delle nove finali, sono tutte gare importanti. La Champions era a portata di mano del valore di questa squadra e secondo me lo è ancora, anche se a capo di una stagione negativa per vari motivi. Il Napoli solo in pochi sprazzi ha mostrato quello che abbiamo ammirato lo scorso anno. Gli azzurri devono conquistare con tenacia e rabbia la qualificazione, se i calciatori scendono in campo con la giusta mentalità possono di nuovo dimostrare di essere alla pari se non superiori alle squadre che li precedono. Il Napoli, per forza e valori, se gioca come sa, è favorito contro l’Atalanta. Purtroppo, la squadra che ha vinto lo scudetto non c’è più: c’era qualcosa nella testa dei calciatori sin dall’inizio del campionato, forse troppi festeggiamenti o forse troppe attese su questi ragazzi, che ha inciso, insieme alle scelte sbagliate e a vari episodi contrari. Il club doveva ingaggiare un tecnico che manteneva le convinzioni che i ragazzi avevano acquisito, e non uno che doveva impartire cose diverse. Per questo Napoli serviva un allenatore che li metteva in condizione di esprimere le loro potenzialità già riconosciute, Garcia invece ha portato altre idee e scelte che hanno creato disorientamento. Per il futuro ci sono tante opzioni: Farioli è un allenatore interessante, Italiano fa giocare bene le proprie squadre, ci sono anche altri allenatori giovani e preparati: la scelta non va sbagliata, evidentemente e stavolta”.

Caso Tonali, Howe: “Ha sofferto abbastanza, non puniamolo ancora”

L’allenatore del Newcastle Eddie Howe ha parlato in conferenza stampa del nuovo caso scommesse che si è sviluppato intorno a Sandro Tonali: “Sandro ha sofferto abbastanza, le persone non dovrebbero esagerare con le critiche. Non puniamolo ulteriormente, non credo sarebbe il modo giusto per affrontare il problema. La ludopatia è un problema diffuso di tutta la nostra società”.


Lazio, Tudor al debutto: “Immobile ha sempre segnato e lo farò ancora”

Emozionato e teso per il suo debutto? È questa una delle domande a cui Igor Tudor, neo allenatore della Lazio, ha risposto in conferenza stampa alla vigilia della delicata sfida dell’Olimpico contro la Juventus: “Sono sempre positive le sensazioni, nello sport si pensa sempre alla sfida, di poter vincere. Lo sport è gioia. Lo stadio pieno? Sarà bello, ci saranno molte motivazioni, ma va preparata nel modo giusto sotto ogni punto di vista. Penso a preparare la squadra e non alle emozioni”.

Sui social si è discusso molto su Immobile in Nazionale. Ne ha parlato con Ciro?
“Non leggo i social e i giornali, sarebbe un suicidio. Io penso a lavorare, sia quando vanno bene le cose che quando vanno male. Con Ciro ho parlato due volte anche su questo argomento, l’ho visto molto motivato. Penso che lui ci tenga alla Nazionale, dipende solo da lui in questi due mesi. Ha sempre segnato, penso che li farà ancora. Ci conto tanto, è un ragazzo con qualità non solo calcistiche ma anche umane. Lo conosco, sono convinto che farà due mesi importanti”.


Fiorentina, Italiano: “Milan in grande forma, onoreremo al meglio Barone”

“Dobbiamo ripartire subito e onorare al meglio il nostro direttore, mettendo in campo amore, passione, attaccamento per città, società e colori. Il Milan è in grande forma, ma giochiamo in casa e abbiamo voglia di ripartire con un risultato positivo. Dobbiamo cercare di mettere in difficoltà il Milan come meglio sappiamo”


Muore a 55 anni Rossano Berti, storico collaboratore di Nicola

“Buon viaggio, amico caro”. Così Davide Nicola, oggi allenatore dell’Empoli, saluta Rossano Berti, preparatore dei portieri e suo stretto collaboratore, morto a Massa all’età di 55 anni.

Nato a Viareggio, classe ’69, inizia a giocare in Toscana, nella Tirrenia Ronchi. Passa quindi alla Fiorentina e milita per diversi anni nel vivaio viola, prima di giocare nel Viareggio e chiudere la sua carriera da calciatore. Inizia dunque ad allenare i giovanissimi, a soli 26 anni, per poi passare ai professionisti, dapprima in LegaPro, poi in Serie B, dunque in A, nello staff di Davide Nicola, con il ruolo di Preparatore dei Portieri e -dalla Stagione 2016/17- responsabile delle palle inattive: in massima categoria, ha affiancato Nicola negli incarichi a Livorno, Bari, Crotone, Udinese, Genova e Torino, con competenze specifiche anche nel passaggio svolto a Salerno. In possesso della Qualifica di Allenatore di 3a categoria e di Preparatore dei Portieri FIGC, è stato socio fondatore di “Apport”, associazione che si occupa di preparazione e metodologia dell’allenamento dei portieri e autore del libro “L’allenamento delle capacità coordinative per il giovane portiere di calcio: 646 esercizi”, avendo seguito numerosi corsi di perfezionamento in questo ambito specifico.


Montervino: “Il caso Acerbi? Non abbiamo ancora trovato il modo per combattere il razzismo”

Francesco Montervino parla a Marte Sport Live: “Il caso Acerbi? E’ chiaro che il tema razzismo è un tema sociale molto delicato. Ogni volta che si rilascia una dichiarazione  bisogna pesare le parole, forse il presidente Gravina poteva evitare di commentare la sentenza. In verità, andando oltre il caso specifico non si è ancora trovato il sistema per combattere il razzismo. Noi siamo tutti JJ, al di là della sentenza, ci siamo esposti anche come “The Legends” Napoli. Però non so se infliggere 10 giornate ad Acerbi avrebbe dato il giusto contributo alla lotta al razzismo. Il ragazzo non so cosa abbia detto ma è probabile che sia scivolato in frasi infelici che non andavano espresse. Il tema per me è: la lotta vera al razzismo come si fa? Sarebbe stato giusto punire il calciatore, però va trovato il sistema per combatterlo sul serio. Secondo me da oggi in poi i giovani calciatori avranno maggiore voglia di denunciare episodi simili, il clamore di questa storia per me produrrà questo effetto positivo. Cambiando argomento, il Napoli domani potrebbe battere l’Atalanta perchè gioca in casa, il nostro pubblico può essere il valore aggiunto. E’ sicuramente una partita fondamentale per tenere accesa la fiammella della speranza di qualificarsi in Champions. E’ un match che può segnare  il futuro del Napoli, può essere il viatico per lanciare il Napoli per una qualificazione in una comparizione europea, sperando che sia quella più importante”.


Acerbi: “Mai stato razzista, sono triste anche per Juan Jesus…”

Francesco Acerbi rompe il silenzio e parla a cuore aperto al Corriere della Sera. Nell’intervista esclusiva, il difensore dell’Inter, dopo l’assoluzione del Giudice Sportivo, rivela che la sentenza “è stata una liberazione anche se tutta la situazione che si è creata mi ha intristito”. Le frasi sconvenienti a Juan Jesus vengono ancora smentite: “Non sono mai stato razzista. Il mio idolo era George Weah, fu uno dei primi a chiamarmi quando mi fu trovato un tumore”.
E’ un Acerbi ancora disorientato e lo si capisce dalle prime parole raccolte da Monica Colombo e Paolo Tomaselli: “Abbiamo perso tutti, sono triste e dispiaciuto. Dopo la mia assoluzione di martedì scorso, le persone attorno a me hanno reagito come se fossi uscito dopo dieci anni di galera”. “Ora che c’è la sentenza- continua il difensore- vorrei dire la mia: non ho nulla contro Juan Jesus e sono dispiaciuto anche per lui. Ma non si può dare del razzista a una persona per una parola malintesa nella concitazione di gioco”.
C’è anche molta amarezza: “Ho percepito un grandissimo accanimento, come se avessi ammazzato qualcuno. Si sta umiliando una persona, massacrando anche la sua famiglia”.
Che la vicenda l’abbia segnato, lo si capisce da una clamorosa affermazione: “La malattia che ho affrontato è stata una passeggiata in confronto a questa vicenda, non ho avuto paura a quei tempi. Tutti avevano già emesso la loro sentenza. E per tanti sono ancora un razzista, non ci sto”. Nessuna preoccupazione per la reazione dei tifosi di altre squadre e una certezza: “Se e quando arriverà la seconda stella potrò esserci. E a testa alta”.