Queste le parole del segretario dello Spi Cgil, Ivan Pedretti: «Ci stanno derubando e siamo molto arrabbiati. Non siamo il bancomat che fornisce al governo i soldi per i suoi giochini di prestigio. È una decisione scellerata e insopportabile perché ancora una volta si mettono le mani nelle tasche di chi ha lavorato duramente per una vita, facendogli pagare il conto della manovra economica.

Tre volte il minimo significa 1.500 euro lordi al mese, ovvero 1.200 euro netti. Fino a cinque volte significa 3 mila euro lordi, ovvero un assegno di 2.400-2.500 netti al mese.

Non parliamo di pensioni d'oro, bensì di pensioni medie, di persone che già sono state impoverite e lo saranno ancora di più, perché il blocco della rivalutazione fu introdotto nel 2011 da Monti, e oggi viene ribadito dal governo Lega-Cinque stelle.

Con l'accordo del 2016 avevamo riconquistato il meccanismo del 2000 di rivalutazione, più equo. Dunque c'è un netto peggioramento della situazione. Un pensionato perde oggi a causa del blocco della rivalutazione, ma perde anche per il futuro, perché considerando l'aspettativa di vita e l'inflazione vede ridursi il potere d'acquisto della sua pensione.

Il provvedimento è un clamoroso passo indietro rispetto agli impegni assunti dal precedente esecutivo, che aveva stabilito il ritorno dal 1 gennaio 2019 a un meccanismo di rivalutazione che fosse in grado di tutelare il potere d'acquisto dei pensionati italiani.»

Inoltre «con quota 100 si accontenta un pezzo del mondo del lavoro, ma si discriminano le donne, i lavoratori agricoli, del commercio e dell'edilizia. Sono esclusi da quota 100 proprio quelli che hanno una carriera discontinua. Quota 100 è una misura che viene finanziata togliendo risorse ad altri pensionati, che hanno sempre pagato tasse e contributi, e senza colpire chi evade il fisco. Non mi pare una grande invenzione degna di un governo di vero cambiamento, ma piuttosto un vecchio trucco copiato da altri governi.»


Nonostante il cambiamento annunciato, l'attuale Governo, nei pochi mesi trascorsi dal suo insediamento, non ha fatto niente di diverso da quelli passati. Dopo aver individuato la platea del proprio consenso, la ricompensa con i soldi presi da chi non ha ricevuto e non riceverà voti alle prossime elezioni. Niente di nuovo rispetto a quello che hanno fatto altri governi.

Anche l'attuale Governo, come quelli passati, è andato a mettere le mani in tasca ai pensionati, utilizzando il velo delle pensioni d'oro per mascherare, all'opinione pubblica, il furto che viene fatto ai pensionati "normali".

Nonostante le dichiarazioni in stile Renzi, qualificabili come pure e semplici menzogne, da parte di 5 Stelle e Lega, dalle pensioni d'oro il Governo, in 3 anni, ricaverà poco più di 200 milioni di euro. Invece dalle pensioni "normali", il Governo ricaverà almeno 2,5 miliardi di euro, con una perdita per i pensionati che varia da 65 a 325 euro lordi all'anno, a partire dal 2019 e per il resto della vita.

Per questo i pensionati non sono per nulla soddisfatti di questo "cambiamento" e dopo le manifestazioni del 28 dicembre, hanno continuato la loro protesta giovedì 3 gennaio in numerose province della Sicilia, del Piemonte e della Toscana, protesta che prosegue anche questo venerdì e proseguirà nei prossimi giorni con presidi e dimostrazioni organizzati davanti alle Prefetture di molte città capoluogo di provincia, da nord a sud.