Oggi il ministro del Mef, Giancarlo Giorgetti, era in Commissione Bilancio alla Camera, per riferire sulla manovra, che verrà votata al buio con la fiducia nelle prossime ore. 

Queste alcune delle affermazioni fatte dal ministro (fonte Dire - www.dire.it):

Sul patto di stabilità: "È un patto tra tanti Paesi. Ho letto che tanti invocavano il diritto di veto da parte dell'Italia. In una valutazione obiettiva e onesta dobbiamo considerare che cosa sarebbe entrato in vigore il 1° gennaio in alternativa: il vecchio patto del Fiscal compact. Se noi guardiamo questo, abbiamo fatto un passo in avanti.
Rispetto alla proposta iniziale della Commissione, abbiamo introdotto in un sistema complicato... un caos totale, perché sono entrate tantissime clausole per richiesta dei 27 paesi, con ognuno che ci ha messo il suo, altrimenti non si sarebbe arrivati alla riforma. È un compromesso, la valutazione la faremo fra qualche tempo.
Io sono abituato a dire la verità in ogni sede: sull'intesa raggiunta in Europa non abbiamo fatto festa, io dico le cose come stanno.
Mi sono preso la responsabilità di questo accordo invece di mettere un veto a caso che avrebbe portato a un patto peggiore".


Sui saldi di finanza pubblica
Sulla legge di bilancio, direi che l’esame del Senato ha prodotto una serie di emendamenti che determinano un miglioramento di tutti i saldi di finanza pubblica.  Il saldo di competenza ammonta a 198,9 miliardi nel 2024, a 165,3 miliardi nel 2025, a 131,6 miliardi nel 2026, mentre il corrispondente saldo di cassa ammonta a 250 miliardi nel 2024, 209 miliardi nel 2025 e 176,1 miliardi nel 2026".

Su eventuali manovre aggiuntive
"Le previsioni che abbiamo previsto in Nadef sono coerenti con quanto previsto dal nuovo Patto di Stabilità e quindi non sono necessarie manovre diverse o aggiuntive".


Sul Mes:
"Dovete capire che il Mes non è la soluzione dei nostri problemi, la soluzione è il debito. Se l'Italia lo avesse ratificato avrei fatto bella figura.
Se non teniamo sotto controllo il debito questo paese non ce la può fare: come direbbe qualche vecchio marxista, va avanti solo premiando le rendite e non il lavoro. Dobbiamo uscire dalla visione psichedelica degli ultimi anni, quando abbiamo pensato che gli scostamenti e il debito si potessero fare senza tornare a un sistema di regole.
Il problema non è l'austerità, è la disciplina di difendere decisioni anche se sono impopolari.
Io non ho mai detto in nessuna sede che l’Italia avrebbe ratificato il Mes, ho letto cose assurde e false. Io ho solo ricordato in sede europea che il Parlamento italiano aveva di volta in volta rinviato la votazione su una richiesta che arrivava dall’opposizione.  Dopo il quarto rinvio ho ritenuto e ho detto nelle sedi del governo che il parlamento avrebbe dovuto prendere una decisione (senza arrivare oltre il 31 dicembre) e il Parlamento italiano ha votato, come io avevo già anticipato".


Sul Superbonus:
"Io ho i dati degli ultimi mesi sul Superbonus, vanno peggio rispetto a quelli della Nadef in termini di finanza pubblica. Poi il Parlamento deciderà. In cuor mio so il limite che posso fare e che proporrò al CdM, perché questa è la realtà dei numeri.  Oltre quello non posso fare, perché questa è la realtà dei numeri per cui una norma – fatta in un momento eccezionale – ha dei risultati radioattivi che non riusciamo a gestire. La verità è che questo Paese ha il 140% di debito sul Pil e quando vai a negoziare parti da posizioni svantaggiose e quindi con grande prudenza e con grande coraggio. Bisogna uscire da questo Lsd che abbiamo preso per 4 anni e piano piano eliminare tutte queste misure che non ci possiamo permettere".Forza Italia e Lega chiedono che i lavori già iniziati possano alla fine essere portati a termine, con un provvedimento da inserire nel cosiddetto milleproroghe.


Sul ponte sullo Stretto:
"Il ponte era nel testo originario, è stata modificata la spalmatura dei finanziamenti negli anni. Non credo sia scandaloso che il fondo per lo sviluppo e la coesione di alcune regioni [in realtà due, Calabria e Sicilia, ndr] contribuisca all'opera".

 
Giorgetti non poteva dire di essere un ministro sfiduciato e sotto tutela degli interessi propagandistici del suo partito a supporto della campagna elettorale per le elezioni Europee del prossimo giugno, così, dopo aver dichiarato che "il MES era positivo per l'Italia da un punto di vista economico e finanziario", oggi viene a precisare che lui non aveva mai detto che l'Italia lo avrebbe ratificato, dimenticandosi però di aggiungere che, in base alle sue dichiarazioni, avrebbe dovuto.

Per questo, un ministro che pretende di essere credibile e che pretende anche di salvaguardare la propria immagine e la propria dignità dovrebbe tirarne le conclusioni... dimettendosi. Ma così non sarà.

Intanto, la premier continua a rimandare la classica conferenza di fine anno con la stampa parlamentare, prevista per giovedì 28, per il "persistere" dell'indisposizione che l'ha colpita ormai da diversi giorni.



Crediti immagine: MEF