È arrivato martedì, dopo poco più di 10 ore di discussione, il verdetto dei 12 giurati nel processo che vedeva imputato Derek Chauvin della morte di George Floyd.
La giuria ha dichiarato Chauvin colpevole di tutti e tre i capi di accusa: omicidio di secondo grado, omicidio di terzo grado e omicidio colposo.
Dopo la lettura del verdetto, il giudice ha informato Chauvin che la libertà su cauzione gli era stata revocata e da condannato è stato portato fuori dall'aula in manette, affidato in custodia allo sceriffo della contea di Hennepin.
In una successiva udienza il giudice definirà l'entita della pena che, nel caso venissero riconosciute le circostanze aggravanti, potrebbe costare a Chauvin 40 anni di carcere, di cui dovrebbe comunque scontare perlomeno i due terzi prima di ottenere la libertà condizionata.
Il leader dei diritti civili Al Sharpton ha definito il verdetto un momento di "luce".
"Oggi possiamo asciugarci le lacrime e combattere per un altro giorno", ha detto in una conferenza stampa improvvisata. "Non c'è gioia per questa sentenza, Non facciamo festa per un uomo che va in prigione. Avremmo preferito che George Floyd fosse ancora qui."
In preghiera insieme ad altri leader per i diritti civili, Sharpton ha ricordato altre vittime afroamericane uccise per mano della polizia, da agenti bianchi, non dimenticando il ventenne Daunte Wright, ucciso proprio la scorsa settimana, con i funerali che si terranno tra un paio di giorni.
Il verdetto odierno, ha aggiunto Sharpton, è la dimostrazione che "se non ci arrendiamo, possiamo vincere alTre partite" e la lotta continuerà fino a quando non sarà approvata una riforma della polizia a livello federale.