Al Meeting di Rimini Tajani torna a parlare di ius scholae
Un'occasione unica per un confronto costruttivo e una riflessione condivisa su questioni cruciali legate alla pace e alla cooperazione internazionale, con l'obiettivo di promuovere una maggiore comprensione reciproca e di individuare azioni concrete per costruire un mondo più sicuro e solidale.
Così, ampollosamente, è stato introdotto l'incontro titolato "percorsi per la pace" che giovedì, al Meeting di Rimini, ha visto dialogare il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, con il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Vincenzo Paglia, e il moderatore Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting per l'amicizia fra i popoli.
Al di là del tema, l'incontro ha avuto risalto nella cronaca politica perché Tajani è tornato a parlare, non senza una certa punta polemica, dello "ius scholae" (dal minuto 53 nel filmato seguente):
"Se la prendono tanto con me... alcuni... perché sono favorevole allo ius scholae. Non sono né un pericoloso sovversivo, né un estremista di sinistra. ... Bisogna guardare alla realtà per quella che è. Se tu accetti di essere europeo nella sostanza, lo sei perché dentro di te hai quelle convinzioni, quei valori... se poi quei genitori sono nati a Kiev, a La Paz, a Dakar è la stessa identica cosa"."Lo Ius scholae non è parte del programma di governo, quindi noi possiamo esprimere il nostro giudizio, ne parleremo anche con i nostri alleati, ma abbiamo la nostra opinione, come ci sono altri punti che non sono nel programma di governo che vengono sottolineati da altri alleati. Però non è che perché un tema non è nel programma di governo non se ne può parlare. Ognuno ha diritto di dire... io non impongo niente a nessuno, ma non voglio neanche che nessuno imponga qualcosa a me. Quindi sono libero di parlare".
Ieri, sempre al Meeting di Rimini, il ministro della "qualunque", Matteo Salvini, aveva ribadito che il tema "non è una priorità e non è nell'agenda di governo", definendolo "un'idea legittima di FI" e che "tale rimarrà", perché "una legge che funziona non si cambia".
Nella stessa occasione, Salvini veniva smentito da un altro ministro del governo Meloni, quello dell'Interno, Matteo Piantedosi: "Non vorrei anticipare discussioni che in questi giorni sono un po' complicate, ma bisogna porsi il problema di come rendiamo i migranti nostri cittadini".
È abbastanza evidente, ormai, che lo ius scholae è diventato una sorta di uscita di sicurezza per Forza Italia per giustificare un prossimo benservito ai (post) fascisti, che potrebbe concretizzarsi non appena verranno a galla le difficoltà collegate alla prossima manovra finanziaria.
Nel caso ciò avvenga, gli italiani tornerebbero alle urne già nella prossima primavera con la famiglia Berlusconi, PierSilvio e Marina, che chiamerebbe a raccolta lupiani, calendiani, renziani e boniniani per presentare una coalizione di centro che scombussolerebbe nuovamente l'instabile assetto politico italiano.