Si stima che nell’arco della vita una persona su tre sia destinata a sviluppare una malattia neurologica, ed è stato calcolato che negli ultimi trent’anni il numero di decessi attribuibili a questa causa sia cresciuto del 39%.
Un esempio eloquente dell’impennata di malattie neurologiche che il nostro Paese dovrà affrontare nei prossimi anni è rappresentato dalle previsioni sulla malattia di Alzheimer, demenza che oggi colpisce 600 mila persone e la cui incidenza passerà dai 204.584 nuovi casi all’anno del 2020 ai 288.788 del 2040.
Portare l’attenzione sul tema della gestione del percorso terapeutico-assistenziale di persone con demenza e con altre patologie neurodegenerative - ancora troppo frammentata e troppo spesso lasciata a carico dei familiari del paziente - e sull’impatto che tale gestione ha sul nostro Sistema Sanitario, è tra le priorità di Fondazione Roche che, insieme a Cooperativa La Meridiana, ha organizzato un momento di incontro e confronto per mettere in luce la necessità di individuare nuove direttrici che guidino il rinnovamento dell’assistenza e rendano il percorso di presa in carico di persone con malattie neurodegenerative più sostenibile.
Lo spazio di speranza è costituito dal Paese Ritrovato, un progetto rivoluzionario alle porte di Monza che accoglie persone con Alzheimer e dà loro la possibilità di sentirsi nuovamente parte di una comunità, all’interno di una cittadina in miniatura con piazze, vie, cinema, teatro, bar, parrucchiere, negozi, laboratori, orto e giardini.
"Coniugare l’aspetto medico scientifico della cura alla relazione umana e culturale è un aspetto fondamentale affinché si possa sempre più migliorare la qualità della vita delle persone malate e di chi lavora con loro – ha commentato Roberto Mauri, presidente della Cooperativa La Meridiana – La nostra Cooperativa è da anni impegnata nel contribuire a rinnovare la cultura della cura. Le strutture di lungodegenza che accolgono le persone con demenza o con patologie neurovegetative complesse, oltre che offrire un’adeguata assistenza medica, secondo la nostra visione sono chiamate a mettere in campo un ampio e qualificato ventaglio di cure non farmacologiche, iniziative culturali, ludiche, espressive, e a promuovere alleanze a 360 gradi".