Vedete quelle due facce nell'immagine ad inizio articolo? Sono quelle dei responsabili dell'attuale instabilità politica e finanziaria dell'Italia. Ma non solo. Quei due personaggi hanno anche creato le condizioni che porteranno l'Italia, tra qualche mese, ad essere un Paese di estrema destra, simile all'Ungheria o alla Polonia... ben che vada all'Austria. Ed è tutto dire!

Matteo Renzi, dimessosi da segretario del Pd, ha però continuato a guidare il partito, facendo leva sui suoi dirigenti e sui suoi deputati. Per evitare che il Pd potesse sfuggirgli di mano, ha evitato che il segretario reggente Maurizio Martina potesse anche solo discutere l'eventualità di aprire un possibile dialogo con il nemico, rappresentato dal Movimento 5 Stelle.

Qual è stato il risultato di tutto questo? Che i 5 Stelle, alla fine, hanno trovato il modo per dialogare con la Lega... o forse si può anche dire l'esatto contrario. Il risultato non cambia. Cambia invece la matrice del nuovo possibile governo, che da vagamente di sinistra diventa adesso di destra.

A questo punto, ad opporsi alla nascita del governo di colore giallo verde, di cui i 5 Stelle, in funzione del risultato elettorale hanno la guida, è il presidente della Repubblica Mattarella che si impunta sulla nomina del ministro dell'Economia, Paolo Savona.

Le ragioni di Mattarella non sono tecniche, ma palesemente politiche. Savona, nonostante i numerosi chiarimenti, per il capo dello Stato porterà l'Italia fuori dall'Euro o comunque, potrebbe farlo pensare ai mercati, con conseguenti instabilità finanziarie ed economiche.

Al di là delle polemiche sulle prerogative di Mattarella e sul fatto che la sua scelta sia ammissibile o meno dal punto di vista tecnico, rimane comunque insensata da quello pratico... sotto qualsiasi punto di vista.

Prima di tutto va detto che uscire dall'Euro non è possibile farlo con una dichiarazione e tantomeno con un semplice disegno di legge. Dopo averne studiata la fattibilità, sarebbe poi necessario attivare una serie di procedure legislative e burocratiche che richiederebbero anni per essere messe in pratica. Senza poi dimenticare che il presidente del Consiglio incaricato e lo stesso Savona non avevano dichiarato alcuna iniziativa in tal senso, oltre al fatto che esistono funzioni di controllo e di veto che lo stesso capo dello Stato può esercitare.

Inoltre, se Savona fosse stato ministro di un governo ritenuto inesperto, la sua esperienza di affari di Stato esercitata in altre legislature e la sua autorevolezza, sarebbero state misure di garanzia per una corretta gestione della macchina dello Stato... in pratica, l'Italia non avrebbe fatto figure barbine.

Ma Mattarella non ha voluto Savona. Che questo fosse un tranello messo in atto dalla Lega per andare a nuove elezioni? Se è così, allora significa soltanto che Mattarella non è solo un povero sempliciotto (si dovrebbero usare altri termini, ma si rischierebbe di essere offensivi), ma è due volte, tre volte, quattro volte... un povero sempliciotto.

Infatti, che cosa ha ottenuto adesso con il suo rifiuto? Se esisteva un piano della Lega per andare alle urne, lui ha permesso che tale piano venisse messo in atto. Adesso, dopo le prossime elezioni, l'Italia potrà essere un Paese dove la destra avrà la maggioranza assoluta, con un governo che, qualunque sia la sua composizione, vedrà ancora più di prima come propri modelli di riferimento la Russia di Putin, la Polonia di Morawiecki, l'Ungheria di Orbán...

Tutto questo grazie a Renzi prima e a Mattarella poi... due geni della politica e dell'economia. Sebbene Salvini e Di Maio non abbiano più la possibilità di andare al governo, lo spread, nonostante il Quantitative Easing, aumenta senza freni attestandosi intorno a quota 300 punti, mentre la Borsa continua a perdere.


E per testimoniare quanto la situazione politica in Italia sia grave, ma non seria - come avrebbe detto Flaiano - ecco il ridicolo, allucinante e comico tweet di Matteo Renzi a certificarlo...