Nuovo capitolo nella disputa tra Australia e Big Tech. L'oggetto del contendere è una legge con la quale il primo ministro Scott Morrison vuol far pagare ai giganti del web la pubblicazione (anche solo parziale) delle notizie dei media sui loro siti .

Inizialmente Google, che con il servizio News contribuisce ad aggregare quotidianamente titoli ed abstract delle fonti di informazione del Paese con il rimando per la lettura al sito di origine, aveva dichiarato che a seguito di tale legge avrebbe interrotto le proprie attività in Australia, senza specificare se si riferisse solo a Google News o anche a tutti gli altri servizi.

Negli ultimi giorni, però, sembrerebbe aver cambiato idea annunciando la volontà di voler trovare un accordo con la News Corp di Murdoch, anche se non sono state comunicate né le cifre, né i termini. Inoltre, non vi è neppure notizia in relazione ad accordi con altri editori.

Però, mentre l'attenzione sulla vicenda era collegata al cosa farà o non farà Google, Facebook ha varcato il Rubicone annunciando di aver interrotto la pubblicazione di notizie provenienti dall'Australia.

La motivazione dell'azienda di Menlo Park espressa da William Easton, responsabile per le operazioni in Australia e Nuova Zelanda, è semplice: ma perché pagare gli editori se il fatto di pubblicare le notizie su Facebook consente loro di vendere più abbonamenti, aumentare il loro pubblico e aumentare le entrate pubblicitarie?

Easton ha detto che la proposta di legge ha messo la società di fronte ad una scelta netta: tentare di rispettare una legge che ignora la realtà o cessare la pubblicazione di notizie sui propri siti in Australia.

Facebook, inoltre, dice di aver consentito agli editori australiani, tramite la pubblicazione delle loro notizie, solo nel 2020 di aver guadagnato circa 407 milioni di dollari australiani  attraverso i referral, mentre per il social il guadagno è stato minimo.

In Australia, circa il 36% delle persone aveva utilizzato Facebook per leggere le notizie, mentre solo il 14% degli australiani paga per leggere le notizie online.