Nel 2015, incontrando un'ottantina di scout con le loro famiglie durante la visita nella parrocchia di San Michele Arcangelo a Pietralata, Bergoglio, rispondendo ad alcune domande dei bambini, ha parlato di guerra ("una parola brutta, perché nelle guerre si uccide tanta gente, cade una bomba e muoiono tutti") e del "padre delle guerre, il diavolo".

[Il diavolo] che è anche padre "dell'odio, delle bugie, delle menzogne, perché non vuole l'unità. Dio invece - ha detto il Papa - vuole l'unità, per Dio siamo tutti fratelli, è autore dell'unità e dell'amore".

"Il diavolo ti spinge a cercare qualcosa che non è tuo... comincia tutto con l'invidia, la gelosia. Un paese vuol prendere un altro paese e fa la guerra, ammazza tanta gente, la gente fugge e vive per strada.

Nel mondo ci sono tante guerre perché c'è odio e chi semina odio? Il diavolo".

Due anni dopo, Bergoglio, invitato all'Università degli Studi di Roma Tre, ha sentenziato, tra l'altro: "Guerra e violenza, sono gli argomenti che evidenziano le contraddizioni della realtà odierna"! Punto!

... E il diavolo?

È chiaro che un conto è parlare ai bambini e un conto è parlare agli universitari, ma la "disparità" di trattamento evidenzia, semmai ce ne fosse bisogno, che le storie sul diavolo il papa sa benissimo che può andarle a raccontare solo davanti ad una platea che abbia scarsa o nulla capacità di critica, come una platea composta appunto da bambini.

Quando poi la platea è più matura ed istruita, allora su certe cose è meglio sorvolare.

Il problema è che anche tra i componenti di platee di adulti, qualcuno continua ancora a credere al diavolo!