"Purtroppo si stanno prendendo in giro i cittadini raccontando menzogne. E chi cavalca queste menzogne non fa un dispetto all'altra parte politica, ma ai cittadini italiani. Comprendo chi sull'autonomia ha una visione diversa dalla mia. Non comprendo, invece, chi continua a mentire dicendo che la legge sull'autonomia differenziata spacca l'Italia, impoverisce il Sud. È qualcosa di totalmente falso, non è scritto nel testo e non c'è da nessun' altra parte. Quando si affrontano le riforme strutturali non si può utilizzare la menzogna semplicemente per portare l'acqua a uno o all'altro mulino. Il Friuli è una Regione speciale, con uno Statuto costituzionale e questa riforma soltanto la sforiamo. Con le altre Regioni autonome, negoziamo con il Governo il rafforzamento degli Statuti. Dall'altro lato, ritengo che un Paese più efficiente, che lavori meglio, ottimizzi le risorse e migliori i servizi a tutti i cittadini sia un vantaggio per l'intero Paese, anche per le Regioni a statuto speciale, anche se non direttamente coinvolte. Con l'autonomia,non cambierà la Conferenza delle Regioni, non c'è motivo. La grande sfida è quella dei Lep che non sono direttamente legati all'autonomia; i Lep bisogna farli comunque. Sono i Livelli essenziali di prestazioni che devono essere garantiti a tutti i cittadini italiani indipendentemente da chi eroga il servizio. Anzi, è gravissimo che ci sia qualcuno oggi che colleghi i Lep all'autonomia differenziata. Perché se i Lep non sono un diritto a prescindere dall'autonomia differenziata, vuol dire che qualcuno consapevolmente vuole togliere dei diritti ai cittadini di questo paese, da nord a sud". 

Naturalmente, le parole sopra riportate del leghista Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, non potevano essere diverse... non potevano non difendere il parto di Calderoli.

Come promemoria, queste sono le competenze che possono essere attribuite alle Regioni (escluse Friuli, Sardegna, Sicilia, Trentino e la Valle d'Aosta), con legge dello Stato - su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali - dopo l'approvazione dell'autonomia differenziata:

rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni; commercio con l'estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.

Visto l'elenco delle attribuzioni di competenza che una regione "può" chiedere, è abbastanza facile comprendere quale caos stia alla base della follia leghista... e non solo per quanto riguarda le differenze tra nord e sud, ma anche per quanto riguarda le pastoie burocratiche che le aziende si troveranno ad affrontare, nel caso dovessero lavorare in più regioni. Poi, per quanto riguarda i Lep, Fedriga - come i suoi colleghi della Lega - si è dimenticato di far sapere da dove salterebbero fuori i miliardi di euro necessari al livellamento dei livelli essenziali delle prestazioni (secondo Svimez ce ne vorrebbero un centinaio).

Anche per questo motivo dall'Europa si sono espresse perplessità sulla norma, così come da una parte della maggioranza, con esponenti di Forza Italia che hanno espresso più di una perplessità, mentre Tajani cerca di reinterpretare le critiche con frasi di cirsostanza per evitare di acuire le fratture che stanno aumentando.

Inoltre, anche i Fratelli (fascisti) d'Italia di Meloni hanno cominciato a fare due conti sulle norme di Calderoli, con i parlamentari eletti al sud che stanno iniziando a chiedersi se la premier - in passato fiera sostenitrice dello statalismo - non abbia iniziato a non capirci più nulla.

L'autonomia differenziata, oltre che a spaccare l'Italia, potrebbe iniziare per prima cosa a spaccare la maggioranza... e questo non sarebbe un male.